lunedì 7 dicembre 2015

Calvario partigiano in Val Roia

Breil-sur-Roya: uno scorcio
 
L’attività del tribunale militare di Sanremo
Inizialmente il tribunale si occupava di fatti accaduti nel settore di competenza territoriale del XV° CA, poi, dopo l’11 novembre 1942, diventò un annesso di quello della 4ª Armata che aveva sede a Breil-sur-Roya. <35
35 ACS, Tribunali militari della 4ª Armata, Sezione XV CA, Sentenze, volumi 11-15.
Jean-Louis Panicacci, Le ripercussioni dell’occupazione italiana in Francia nella provincia di Imperia, Intemelion, n° 18 (2012)
 
[ n.d.r.: 19 maggio 1944 - Strage del Turchino - Vittime: ... Edoardo Ferrari (Olivetta San Michele, 4/4/1922)...  ]
 
Pierino Gasperoni (Pierino), della IX^ Brigata "Felice Cascione", in occasione dello spostamento, in virtù di un permesso del comando, per raggiungere la famiglia, incappò in una pattuglia della G.N.R. Insieme ad alcuni suoi compagni cercò allora di trovare rifugio in località Terlizzi di San Dalmazzo di Tenda e poi di raggiungere Collardente, ma fu colpito da una fucilata. Venne trasportato morente a San Dalmazzo di Tenda e perì (28 giugno 1944) durante il tragitto.
Adriano Maini 


Nel mese di luglio [1944], e ancora il 3 agosto, Saorge [...] Ci si inoltra [i partigiani] nel paese dietro informazioni precise, ma non si riesce ad evitare gli scontri con i tedeschi. Non si contano morti e feriti; a pagare è la ferrovia Nizza - Breil - Tenda (Val Roia), oggetto di mirati atti di sabotaggio che ritardano i rifornimenti verso Cuneo.
I tedeschi catturano a Briga [Marittima, La Brigue, Val Roia, dipartimento francese delle Alpi Marittime] sei partigiani; condotti sulla strada del Cairos senza processo, sono costretti a scavarsi la fossa, ed un maresciallo li elimina con revolverate alla nuca.
Don Nino Allaria Olivieri, Dalla valle del Cairos a Piazzale Loreto, "La Voce Intemelia" - Aprile 2008, articolo ripreso in "Quando fischiava il vento - Episodi di vita civile e partigiana nella Zona Intemelia" di Alzani Editore - La Voce Intemelia - A.N.P.I. Sezione di Ventimiglia (IM), 2015, pag. 92 

Luigi Aldo Pastor

Il 22 luglio 1944 una pattuglia della V^ Brigata, discesa da Langan verso Briga, venne intercettata dai tedeschi. Luigi Aldo Pastor e Angelo Apollonio Wladimiro (Salò 10/4/25) furono catturati. Portati a San Dalmazzo di Tenda vennero interrogati e, presumibilmente, sopposti a qualche forma di violenza fisica e psicologica. La mattina successiva Pastor venne fucilato mentre Apollonio fu trasferito nelle carceri di Cuneo e successivamente internato in un campo di lavoro in Germania, dove resterà fino alla liberazione. 
Adriano Maini
 
Nei primi giorni di ottobre del 1944 il comando tedesco decise di attuare un rastrellamento di grande portata con l'obiettivo di eliminare le posizioni tenute dalla V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione". Per raggiungere lo scopo il comando germanico concentrò nell'operazione tutte le forze disponibili sottraendone anche alle unità dislocate sul confine francese. Dopo gli attacchi tedeschi e la perdita della postazione di Pigna (8 ottobre) il comandante di brigata Giuseppe Vittorio "Vittò" Guglielmo riunì a Triora (IM) diversi reparti per rafforzarne l'inquadramento, ma il 12 ottobre il rastrellamento riprese in forma massiccia per cui lo sbandamento e il ripiegamento su Piaggia furono inevitabili...
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

Verso la metà di Ottobre [1944] i patrioti dell'Abeglio [n.d.r.: monte che separa a levante il paese da Rocchetta Nervina (IM)] scendono in Airole per procurarsi cibo. Bloccato il paese, chiuse le porte della Chiesa dove era molta gente per le funzioni serali, si procurarono un sacco di farina, un mulo col conducente per portarlo via e se ne ritornarono sui monti. Non c'era in paese che qualche tedesco addetto al comando, che non potè reagire; ma tedeschi e fascisti arrivarono ben presto da Ventimiglia a cospargere molte case di catrame, e darvi fuoco coi lanciafiamme per rappresaglia. Fortunatamente non tutte le case incatramate presero fuoco, le fiamme fecero nelle altre pochi danni limitati essendo muri e volte di buona e forte muratura.
Lorenzo Limon, Penna Vintimili, Edizioni Saste, Cuneo, 1962

2 novembre 1944 - Dal comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" al comando della II^ Divisione -  Relazione militare del mese di ottobre: "... 1° ottobre    Una squadra di mortaisti al comando del garibaldino Leo [Leo il mortaista, prof. Vittorio Curlo], con la partecipazione dell'ufficiale di operazione Fragola [Armando  Izzo], apre il fuoco con due pezzi nella zona di Saorge (Francia) generando lo scompiglio in quel settore del retrofronte tedesco. Le perdite nemiche non sono state accertate. Nessuna perdita da parte nostra... 8 ottobre  Preceduti da tre giorni di cannoneggiamento, reparti tedeschi, provenienti da Isolabona, Saorge e Briga, costringono i nostri reparti a ripiegare sotto la minaccia di accerchiamento.   11 ottobre   ... il ritorno del Distaccamento Gino [Luigi Napolitano di Sanremo (IM)] a Carmo Langan [località di Castelvittorio (IM)] con lo scopo di proteggere il ripiegamento della Brigata da un eventuale pericolo di sorpresa. L'improvvisa ricomparsa di forze tedesche, provenienti da due direzioni costringe il Distaccamento a ripiegare dopo una breve resistenza che causa sicuramente delle perdite al nemico. Lo stesso giorno, incalzata dalle truppe tedesche, inizia il ripiegamento ordinato della Brigata che si porta a Piaggia... Firmato: Il Commissario di Brigata, Orsini [Agostino Bramè]   Il Comandante di Brigata, Ivano [o anche Vitò/Vittò, Giuseppe Vittorio Guglielmo]"
da documento Isrecim in don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975

A Upega (CN) durante la ritirata si erano radunate gran parte delle forze partigiane contro cui era iniziato il rastrellamento di oltre 5000 militari tedeschi. I patrioti avevano portato lì anche i feriti. Pensavano di essere al sicuro avendo il Mongioie alle spalle. Era il 17 ottobre del 1944. I partigiani che erano arrivati a Upega dopo giorni di cammino, col freddo e la fame, erano stremati. Non sapevano che la spia, che avevano tra loro aveva già segnalato la loro posizione, ai nazisti i quali poterono così sorprenderli, uccidendo le sentinelle che non poterono dare l’allarme. Due comandanti partigiani cercarono di contrastare il più possibile l’avanzata, soprattutto per permettere ai feriti di mettersi in salvo. Caddero in questo impari compito il comandante Silvio Cion Bonfante ed il comandante Libero Giulio Briganti. Cadde anche il medico De Marchi. I garibaldini nel complesso subirono ingenti perdite. I tedeschi devastarono le case e rastrellarono la zona.
Alcuni dei patrioti allo sbando furono catturati da militari tedeschi tra il 17 ed il 18 ottobre sul territorio di Briga Marittima e furono trascinati nella vicina Saorge. Torturati per più giorni, vennero fucilati in zona Pont d'Ambo, dominante il letto del fiume Roia, al limite con il comune di Fontan. Saorge era sede del tribunale militare della 34^ Divisione di fanteria tedesca, che occupava il territorio da Imperia al Col di Tenda. Subito dopo la tragica farsa del tribunale, avvenuta il 24 ottobre 1944, lo stesso giorno i garibaldini, legati l'uno all'altro, furono trascinati attraverso il villaggio davanti agli abitanti atterriti fino al luogo dell'esecuzione, dove furono costretti a scavare le loro fosse.



I partigiani fucilati a Saorge il 24 ottobre 1944 furono Lorenzo Alberti “Renzo”, catturato sul territorio di La Brigue il 18 ottobre, Michele  Bentivoglio “Miché”, Francesco Caselli “Pancho” o “Guido”, catturato sul territorio di La Brigue il 17 ottobre, Giovanni Giribaldi “Gianni”, Domenico Moriani “Pastissu”, comandante di Squadra, Carlo Pagliari “Parma”, catturato sul territorio di La Brigue il 17 ottobre.

Qui di seguito si riproduce l'ultima lettera di Domenico Moriani (fu obbligato ad approntare una fossa, insieme al compagno di fuga Giribaldi, con il quale era stato catturato in un fienile. Entrambi vennero uccisi con colpi di pistola alla nuca dentro lo scavo):
"Fontan Saorge (Francia) 24.10.1944
Cara nonna,
non piangere, sono condannato a morte,
tu non devi farci caso, fatti coraggio.
Io vado a trovare mia madre che è tanto tempo che non vedo.
Quello che ho potuto fare ho fatto.
Tu non disperarti perché un giorno ci rivedremo e ci troveremo tutti assieme al di là. Anche gli altri si calmino e non pensino a me, io non ci faccio neanche
caso, anzi sono quasi contento.
Tanti saluti a tutti e un pensiero a mio fratello.
Per sempre addio.

Domenico"


Fonte: Igor Pizzirusso, art. cit. infra ma da Archivio Isrecim

L'ultima lettera di Francesco Caselli (Di anni 19. Nato il 14 dicembre 1924 a Siena. Di professione operaio. Arruolato nell’esercito, all’annuncio dell’armistizio si trova a Cattaro, in Montenegro. Catturato dai tedeschi, è internato in un campo per soldati italiani. Nel febbraio 1944, per sfuggire alla prigionia, aderisce alla RSI e viene reclutato nelle fila della Divisione San Marco. Dopo il periodo di addestramento in Germania, il suo reparto viene rimpatriato e dislocato in Liguria. Il 18 giugno 1944, Caselli diserta e si unisce ai partigiani della 5ª Brigata della II Divisione d’assalto Garibaldi "Felice Cascione". Il 17 ottobre i nazifascisti mettono in atto un massiccio rastrellamento nella zona alpina ligure e piemontese, nelle vicinanze del confine con la Francia. Inviato in missione di perlustrazione con Lorenzo Alberti e Michele Bentivoglio, è catturato ad Upega e trasferito in territorio francese, a Saorge (nei pressi del Col di Tenda). Qui viene fucilato il 21 ottobre, assieme ad Alberti, Bentivoglio e a molti altri partigiani fatti prigionieri durante il rastrellamento. Dopo la liberazione, è stato insignito del "certificato Alexander" alla memoria. Autore della presentazione: Igor Pizzirusso):
"Sig. Luciana Viale
Cervo S. Bartolomeo-Per Chiappa
Prov. Imperia (Italia)
Carissima Luciana,
Il destino vuole che ci separiamo per sempre, fatti forte come lo sono io, ricordami come il tuo migliore amico, la morte del resto non è la fine della vita, dal di là ti penserò e tu mi pregherai vero! Oggi verrò giustiziato, morirò con
il tuo nome sulle labbra, l’unico favore che ti chiedo è quello che quando ti sarà possibile di scrivere alla mia cara mamma, al caro papà e alle mie sorelle, preparale tu a sapere la triste notizia.
Ringrazia tuo padre, tua madre e tuo fratello di ciò che avete fatto per me e dille che in questi giorni non li ho mai scordati.
L’affetto che ti porto è ancora grande, forse più grande di prima e non puoi credere quanto sia il mio dolore nel doverti lasciare per sempre.
L’indirizzo della mia famiglia è questo: Sig. Caselli Guido, Via Samoreci Nº 4 Siena (Italia) Toscana.
Prega per me Luciana e quando potrai farai dire per me una messa che ne ho molto bisogno per redimere la mia anima, non piangere poiché le lacrime sfigurano e tu non devi ottenebrare la tua bellezza.
Mia cara Luciana, quanto pagherei per l’ultima volta averti fra le mie braccia, ma fatti forte, ormai il destino è segnato.
Ti bacio ripetutamente e spero che le mie lacrime ti riscaldino l’animo addiacciato dal dolore.
Per sempre ti saluto, tuo aff.mo
Francesco Caselli
Fontan Saorge (Francia)"

L'ultima lettera di Michele Bentivoglio (Di anni 20. Nato nel 1924 a Modena. Figlio del conte Michelangelo Bentivoglio. Iscritto all’Istituto d’Arte A. Venturi, si diploma con ottimi voti. Trasferitosi a Firenze, diventa allievo di Giannino Marchig, che lo accoglie nella sua casa e gli insegna il mestiere di restauratore di dipinti antichi. Chiamato alle armi allo scoppio della seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre rifiuta i bandi di reclutamento della R.S.I. (Repubblica sociale italiana) e si collega coi partigiani della 6ª Divisione Garibaldi Langhe. Il 17 ottobre 1944 i nazifascisti mettono in atto un massiccio rastrellamento nella zona alpina ligure e piemontese, nelle vicinanze del confine con la Francia. Inviato in missione di perlustrazione con Lorenzo Alberti e Francesco Caselli, Bentivoglio è catturato ad Upega e trasferito in territorio francese, a Saorge (nei pressi del Col di Tenda). Qui viene fucilato il 21 ottobre, assieme ad Alberti, Caselli e a molti altri partigiani fatti prigionieri durante il rastrellamento. Autore della presentazione: Igor Pizzirusso):
"Carissima Mamma,
Le sto per dare una brutta notizia, in grazia di Dio sto per essere fucilato, perché inviato in missione dai partigiani, sono stato preso dai tedeschi e dopo avere subito il processo condannato a morte.
Mamma carissima, abbia coraggio; con l’aiuto di Dio vedrà che si farà una vita nuova; io tra poco vado a trovare il Papà. Mamma preghi tanto per me, così pure Andino; io dal cielo pregherò per loro.
Dica con la zia Lucia, con lo zio Enrico Colonnello, con le zie Suore che preghino pure loro per me. L’unico conforto che ho avuto in questi giorni è stata la preghiera; ho pregato giorno e notte e sono fermamente calmo, non ho paura perché il Signore mi è vicino.
Mamma carissima, abbia coraggio di affrontare questo momento, non si perda di coraggio; vedrà che il Signore tanto buono l’aiuterà.
Un’ultima raccomandazione, Mamma e Andino stiano sempre vicini al Signore, egli è tanto buono, non li abbandonerà. Mi saluti tutti gli amici, Fabio, Petrella, Pignatti. Un saluto speciale per gli Zii di Modena; non li ho dimenticati mai, preghino anche loro per me. Chiedo perdono se qualche volta ho fatto qualche marachella.
Mamma, addio, mando l’ultimo bacio a lei, Andino, Zia Lucia, Zio Enrico, Zie Suore. Arrivederci in Paradiso, Mamma carissima.
Sempre ricordandola con affetto suo figlio
Michele"


Fonte: Igor Pizzirusso, art. cit. infra ma da Archivio Isrecim

Questa, invece, l'ultima lettera alla famiglia di Lorenzo Alberti (Di anni 17. Nato il 30 gennaio 1927 a San Bartolomeo al Mare (Imperia) ed ivi residente (in frazione Pairola). Studente. Dopo l’8 settembre il padre di Lorenzo, Giuseppe Alberti, entra a far parte del movimento di liberazione, divenendo commissario del distaccamento Igino Rainis, inquadrato nella VI Divisione d’assalto Garibaldi Liguria Silvio Bonfante. Il 19 agosto 1944 anche Lorenzo si aggrega alla medesima formazione, ricoprendo principalmente il ruolo di staffetta. Il 17 ottobre 1944 i nazifascisti mettono in atto un massiccio rastrellamento nella zona alpina ligure e piemontese, nelle vicinanze del confine con la Francia. Inviato in missione di perlustrazione con Francesco Caselli e Michele Bentivoglio, Alberti è catturato ad Upega e trasferito in territorio francese, a Saorge (nei pressi del Col di Tenda). Qui viene fucilato il 21 ottobre, assieme a Caselli, Bentivoglio e a molti altri partigiani fatti prigionieri durante il rastrellamento. Dopo la liberazione, gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: "Giovane e intrepido combattente, sempre primo nelle numerose azioni di guerra condotte contro l’invasore, si distingueva per notevoli doti di coraggio e spirito di sacrificio. Volontario in una delicata missione intesa ad individuare un passaggio segreto, allo scopo di far uscire dall’accerchiamento il proprio distaccamento, pur conscio del grave pericolo per la presenza nemica, portava a termine l’impresa. Catturato e seviziato lungamente, non rivelò mai notizie che potessero compromettere i compagni di lotta. Il 21 ottobre 1944 affrontava, con calma e serenità, il plotone di esecuzione manifestando fino all’ultimo istante la sua fede antifascista. - Saorge (Francia), 21 ottobre 1944." Autore della presentazione: Igor Pizzirusso ):
"Cara Mamma, sono stato preso da dei tedeschi a Upega e sono stato
condannato a morte.
Non stai a piangere e né a strillare non
dai colpa a nessuno. Vivi tranquilla
ci hai ancora il fratello che ti
tiene compagnia. Ti può aiutare
nella vecchiaia. Lo so che dopo tanti sacrifici
ti trovi un figlio di meno. Non
ti arrabbiare!
Caro papà vivete tranquilli
in famiglia come principi.
Sono morto senza torture
Caro Fratello non piangere
aiuti bene ai
genitori senza farli arrabbiare.
Cari famigliari salutatemi tuttii
cari conoscenti e parenti
dite a loro che il destino volle così.
Vi saluto tutti.
Renzo"          

Igor Pizzirusso, Saorge..., Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana 
 
[ n.d.r.: sulla tragica vicenda di Saorge è stato realizzato (nell’ambito del Progetto Interreg “Memoria delle Alpi”) un video: "Chi non vuole chinare la testa, con noi prenda la strada dei monti”, Dvd, italiano, 2010, 40 Min., regia Remo Schellino, Italia ]

L’8 ottobre 1944 un agente francese, nascosto in montagna, Horb "André" Wendling, membro della rete Mitridate, che aveva assunto la funzione di radio-telegrafista per la Resistenza, fu trovato in possesso di un’arma e subito assassinato da un soldato della 34^ divisione tedesca di stanza a Fontan [Val Roia francese, dipartimento delle Alpi Marittime], che ebbe a vantarsi del crimine. Il 16 ottobre 1944 i tedeschi sorpresero sul pianoro della Ceva, vicino a Fontan, Emile Grac, F.F.I. del gruppo C.F.L. Parent, che stava effettuando una ricognizione dietro le linee nemiche, e lo abbatterono.[...] Il 5 febbraio 1945 Charles e Jacques Molinari, della rete C.F.L. Parent, furono catturati dai tedeschi mentre cercavano di prendere contatto con i partigiani italiani di “Giustizia e Libertà” in Alta Val Roia. Condotti a Sanremo, dove furono torturati, resistendo senza rivelare nulla, riuscirono in aprile a fuggire, poco prima di essere condotti davanti al plotone d’esecuzione. Sempre il 5 febbraio 1945 due altri agenti, della rete Gallia, Salusse e Santoni, furono sorpresi e catturati vicino a Breil-sur-Roya [Val Roia francese, dipartimento delle Alpi Marittime] e vennero fucilati a Pieve di Teco il 4 aprile [...] Il 6 febbraio 1945 il servizio di controspionaggio tedesco arrestò diversi agenti alleati. L'agente francese Jean Soletti alla Cima del Diavolo [dipartimento francese delle Alpi Marittime] mentre cercava di attraversare la linea del fronte. L’agente Charles Canevas a Tenda [Val Roia francese, dipartimento delle Alpi Marittime]. Il 12 febbraio tre agenti inglesi a Tenda furono gravemente torturati [...]
Pierre-Emmanuel Klingbeil, Le front oublié des Alpes-Maritimes (15 août 1944 - 2 mai 1945), Ed. Serre, 2005