Dolceacqua (IM): a monte del paese (in fondo, il Monte Toraggio) |
Breil-sur-Roya: alture a levante del paese |
Camporosso (IM): alture sovrastanti da meridione Trucco, Frazione di Ventimiglia |
Rocchetta Nervina (IM) |
Airole (IM) |
30 agosto 1944 [...] Sulle basse pendici ovest del monte Ainè [n.d.r.:
che sovrasta da levante Breil-sur-Roya] una squadra del 4°
distaccamento della V Brigata con un mitragliatore ed una mitragliatrice
Fiat 35 attacca una colonna di carriaggi tedeschi. Interviene la Croce
Rossa per il ritiro dei feriti.
- Elementi del 4° distaccamento
della V Brigata, appostati sulla rotabile della Val Roja tra Airole e
San Michele, mitragliano sino a tarda sera le macchine di passaggio.
-
Un'altra pattuglia del medesimo distaccamento, spintasi in
perlustrazione nella zona di Ciaixe, interrompe per una cinquantina di
metri la linea telefonica Dolceacqua-Trucco e recupera un mulo [...]
31
agosto 1944 - Una pattuglia del 4° distaccamento della V Brigata
cattura a Rocchetta Nervina due militi fascisti in borghese e li invia
al Comando di Brigata.
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992
25 agosto - Garibaldini della V^ Brigata fanno saltare il ponte di Bonda [n.d.r.: invero, si trattò del Ponte di Erici, poco più a valle di quello citato nel Bollettino] sulla strada Pigna-Isolabona.
[...] 27 agosto - A Pigna Monte Ceppo, in Località Carmo Langan Monte Grai, viene interrotta la strada per la Val Nervia.
CLN Alta Italia, Corpo Volontari della Libertà, Comando Generale per l'Italia occupata, Bollettino n° 9 - 15 settembre 1944 -, Dai Bollettini della II^ Divisione d'Assalto Garibaldi "F. Cascione" (22 giugno-27 agosto). Fonte: Fondazione Gramsci
Dolceacqua (IM) |
Mario Mascia, L'Epopea dell'Esercito Scalzo, ed. A.L.I.S, 1946, ristampa del 1975 a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia
Il fiume Roia poco a monte di Olivetta San Michele (IM) |
1.9.1944
Una pattuglia del IV° Distaccamento della V^ Brigata [n.d.r.: "Luigi Nuvoloni" dell'appena costituita Divisione "Felice Cascione", trasformazione della precedente IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione"] in agguato sulla rotabile di Val Roia sbrindellava un camion tedesco e metteva fuori combattimento alcuni soldati di guardia.
La strada provinciale tra Isolabona e Pigna |
Dolceacqua (IM): a valle del paese |
Colline di Dolceacqua (IM) |
2.9.1944
3.9.1944
Da documento ufficiale della II^ Divisione Garibaldi "Felice Cascione", edito in Mario Mascia, Op. cit.
Perinaldo (IM) |
Scesi da Perinaldo (IM), muniti anche di un mitragliatore Breda e di una St. Etienne, parteciparono all'azione, tra gli altri, Mario Miguel Adler, Giovanni Tobruk Vesco, Moro (probabilmente Giuseppe Arnaldi), Barba, Alberto Quadrio Robinson e Tarzan; quindici uomini in tutto; un ragazzo, di cui il narratore non ricorda il nome, e Robinson si avvicinarono all'obiettivo camuffati da fascisti, Adler da tedesco: così nella testimonianza di Ferruccio Ragno Corte, un racconto pittoresco, ricompreso all'interno di Mascia, Op. cit. infra, un racconto che sostiene che il "colpo era fallito, ma i tedeschi avevano lasciato sul terreno un morto ed un ferito".
Vallecrosia (IM): Via Giovanni XXIII |
Nella mia Resistenza passata a Perinaldo partecipai all'attacco al campo di Vallecrosia insieme ai sappisti di Vallecrosia. Scendemmo nottetempo e prendemmo posizione sulla riva sinistra del torrente dirimpetto alla caserma che adesso è sede della Fassi. Neutralizzammo la sentinella e i sappisti dal lato di Via San Rocco penetrarono nella caserma e liberarono alcuni prigionieri rinchiusi nel campo... venimmo attaccati da una autocolonna di tedeschi... Il sanremese Adler venne raggiunto da una raffica di ben 8 colpi. Non morì. Era un giovane di origine ebrea, sfollato a Perinaldo con la madre austriaca per sfuggire alle deportazioni. A Perinaldo si era arruolato con noi. Quando fu ferito la madre contattò l’ufficiale tedesco che lo aveva catturato, diede false generalità e spiegò che lei ed il figlio erano solo degli sfollati e che non avevano niente a che fare con i partigiani. L’ufficiale si convinse ed autorizzò il ricovero di Adler all’ospedale di Sanremo, dove fu trasportato su un carretto da alcuni contadini di Perinaldo. Su disposizione del CLN portai personalmente alla mamma di Adler, all’ospedale di Sanremo, 5.000 lire di allora. Fu un grosso rischio: ero giovane e renitente alla leva; se fossi stato fermato, sarei stato passato per le armi sul posto. Mi abbigliai con il vestito migliore e un po’ a piedi un po’ in bicicletta raggiunsi Adler all’ospedale. Era sotto la tenda ad ossigeno, crivellato di colpi. A detta dei medici difficilmente si sarebbe salvato. Si salvò e a guerra finita fummo colleghi di lavoro per tanti anni...
Angelo Athos Mariani in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM), 2007
Per tali ragioni nella giornata di ieri ho sfollato sia i detenuti che gli internati del campo di concentramento di Vallecrosia.
Imperia, 12 settembre 1944
Giovanni Sergiacomi, Questore di Imperia, Al capo della Polizia
nota 63 a pagina 136 in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell'Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
Vallecrosia (IM): in primo piano la zona dove era ubicato il campo di concentramento |
Bordighera (IM): Località Madonna della Ruota |
Bordighera (IM): Via Vittorio Veneto |
Una squadra del 4° distaccamento penetra nel campo di concentramento di Vallecrosia la notte del 3 di settembre, riesce a liberare ottantotto prigionieri politici tra cui otto donne. L'azione era stata programmata da tempo da una quindicina di partigiani, tra cui Alberto Quadrio (Robinson), che poi diventerà comandante del distaccamento G.A.P. "Zamboni" della brigata "G. Matteotti" di San Remo, da Ferruccio Corte (Ragno), da "Barba", "Tarzan", "Moro", "Ciccio", "Vesco" ed alcuni altri. [...] Il 3 di settembre poderosa azione in Bordighera: alcuni garibaldini del 6° distaccamento, compreso Martino Blancardi (Martinetto), attaccano di sorpresa il nemico a Selvadolce e catturano venti fascisti e ingenti quantitativi di armi comprendenti quattro mortai da 81 mm., centosessanta fucili, dieci mitra, dieci fucili mitragliatori con rispettive munizioni, quindi liberano parecchi prigionieri politici rinchiusi nelle carceri locali; il giorno dopo gli stessi attaccano Villa Balzi per liberare un ferito di nome Autano e disarmano un fascista alla Madonna della Ruota (testimonianza scritta di Martino Blancardi) [...] Il 18 di settembre, mentre i Tedeschi bruciano vivo il garibaldino Emilio Veneziano (Spartaco) di Agostino, nato il 31.10.1922, sul monte Morga (Isolabona), squadre del 4° distaccamento (2° battaglione Ivan) catturano un milite locale, sergente maggiore fascista della San Marco, il quale durante l'interrogatorio fornisce preziose notizie al Comando della IV Brigata, relative alla preparazione di un grande rastrellamento da attuarsi entro il giorno 25 del mese corrente, col concorso di bersaglieri e di sanmarchini, le cui forze erano state così dislocate: [...]
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. III. Da settembre a fine anno 1944, ed. Amministrazione Provinciale di Imperia, 1977
Isolabona (IM): uno scorcio |
Anche se, come sembra, la sua adesione al movimento partigiano non fosse particolarmente rilevante, il giorno 16 settembre 1944 Emilio Veziano di Isolabona venne arrestato a seguito di una delazione di un paio di compaesani, la cui condizione di spie fu in seguito accertata. Portato a poche centinaia di metri dal casone della sua campagna venne barbaramente ucciso. Secondo testimoni fu gettato in un tombino e poi avvolto dalle fiamme. Vista l’accanimento riservato alla sua persona è verosimile che fosse accusato di aver fornito notizie ai partigiani che all’epoca occupavano la vicina Pigna.