sabato 6 aprile 2024

Isolabona diede al movimento diciotto partigiani che combatterono incorporati nei vari Distaccamenti della V Brigata

Isolabona (IM): uno scorcio del paese

Come a Dolceacqua, anche a Isolabona nei giorni della lotta un CLN non fu mai formalmente costituto. Agivano solamente gruppi spontanei di cittadini che, però, qui erano bene organizzati ed in stretto contatto tra di loro, quasi come un vero CLN, decisi cioè a combattere insieme il nemico con costanza e determinazione onde riconquistare la libertà. Alla Liberazione, quando si costituì il CLN come in ogni altro Comune, vi entrarono a far parte anche alcuni esponenti dei gruppi suddetti, per cui il CLN risultò così formato: Armando Gazzano (indipendente), Aldo Moro (PSIUP), Celeste Pastor (PCI), Romualdo Pastor (ind.) e Menotti Verrando (ind.).
I primi reparti tedeschi giunsero a Isolabona agli inizi di giugno 1944 e dopo una ventina di giorni vennero sostituiti da altri contingenti di truppa. Nel mese di luglio giunsero altre truppe costituendovi pure un Comando e vi rimasero fino al 23 aprile 1945, vigilia della Liberazione. Durante tale periodo, dopo aver sloggiato gli inquilini dalle migliori abitazioni, le occupavano senza mancare di impossessarsi di tutto ciò che faceva loro comodo, specialmente apparecchi radio, biciclette, coperte ed oggetti di valore. Inoltre settimanalmente erano presi a turno degli ostaggi, che venivano reclusi e guardati a vista da sentinelle tedesche, sotto la minaccia di fucilazione al primo tentativo di sabotaggio od offesa ai soldati occupanti. Con l'aiuto del podestà fascista il Comando nemico riusciva a compilare la lista dei familiari dei partigiani del paese, costringendo i familiari stessi a rifugiarsi nel Comune di Pigna. Denunciati sempre dai fascisti del luogo, il 16.2.1944 la GNR arrestava Lindo Cane, Tarquinio Ferrari e Alfredo Gavino, che furono deportati in Germania nel campo di Mauthausen, ove morirono Ferrari e Gavino, mentre Lindo Cane, riuscito a tornare, morì di TBC nel sanatorio di San Lorenzo il 5 maggio 1946.
Già il 13 settembre 1943 il cittadino Gildo Pianeta, mentre tentava di fuggire dalla tradotta che lo portava in Germania, era stato ucciso.
Sebbene nessuna unità partigiana vi si formò mai, il Comune di Isolabona diede al movimento diciotto partigiani che combatterono incorporati nei vari Distaccamenti della V Brigata "Luigi Nuvoloni". Fra questi Emilio Veziano (Spartaco), il quale, catturato e condotto su monte Morgia, vi fu bruciato vivo il 16 settembre 1944. L'allora podestà non volle interessarsi della sepoltura.
I tedeschi, come abbiamo già visto, con l'ausilio dell'allora podestà, avevano compilato una lista di tutti i partigiani di Isolabona, comprensiva di nominativi e indirizzo delle famiglie e dei simpatizzanti. Tale lista il 18 settembre 1944 fu inviata dal Comando tedesco di Isolabona al Comando della V Brigata "L. Nuvoloni", con l'esplicita minaccia che se i partigiani avessero sparato un solo colpo di fucile sul territorio del Comune di Isolabona, sarebbero stati uccisi i loro familiari e distrutte le loro case. Ma vediamo da vicino cosa dice il documento compilato dal Comando tedesco: "Al Commando dei terroristi in Pigna, elenco dei ribelli e disertori di Isolabona:  Moro Nello di Giobatta, Orrao Adolfo di Adolfo, Pianeta Roberto di Giuseppe, Cane Alfonso di Giuseppe, Anfosso Leo di Giacomo, Moro Aldo di Pietro, Cane Sigifredo di Cesare, Veziano Osvaldo di Enrico, Martini Aldo di Vincenzo, Martini Nando di Ferdinando, Boero Flavio di Luigi, Novaro Lino di Annibale, Balestra Giulio, Peitavino Ferdinando. Famiglie che risulta rendano servizi ai ribelli: di Piombo Eugenio (figlio e figlia), di Verrando Menotti, di Pastore in Via Molino; nonché tutti i familiari dei ribelli succitati e quasi tutte le famiglie che abitano nella regione Gonté..." [...]
Francesco Biga in Francesco Biga e Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio Detassis), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria) - vol. V, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016,  pp. 234-236

Mio padre era un appassionato cacciatore. Poco prima o poco dopo la dichiarazione di guerra alla Francia, al ritorno da una battuta di caccia nei boschi della Val Nervia, come al solito si fermò con gli amici nel bar Piombo di Isolabona per una bevuta e poi un’altra e ancora un’altra. Sotto l’effetto dell’alcool gettò un calice di vino sulla foto del Duce allora immancabile in ogni esercizio pubblico, proferendo la frase: “Che beva anche quel porco!”. Gli immancabili delatori fecero il loro lavoro e da quel giorno cominciarono i guai. Non conto le volte che una macchina nera con le tendine nei vetri posteriori giunse alla nostra casa per prelevare mio padre e portarlo in commissariato “per controlli”. Mio fratello Nino accompagnava già nostro padre nei viaggi in Francia per contrabbando, quando venne arruolato, ironia della sorte, nella Guardia Confinaria e inviato proprio a Beausoleil. Spesse volte, anche senza permesso, ritornava a casa in bicicletta per brevi visite. L’8 settembre 1943 lo colse a Beausoleil. Tutto il reparto come tutto il Corpo d’Armata Italiano si sfaldò.
[...] A causa delle continue visite della Polizia che avrebbe potuto scoprire il disertore, Nino si rifugiò in località Marcora sopra Isolabona, in un casone di campagna adibito a ricovero degli attrezzi agricoli di una vigna di un nostro conoscente. Per qualche settimana periodicamente andavo in Marcora a portare generi alimentari e biancheria a mio fratello. Credo che altri si fossero uniti a lui perché una volta mi chiese di portare più pane. Un giorno, lasciata la bicicletta ai margini della carrozzabile, mi inoltrai a piedi per il sentiero che conduceva al rifugio di mio fratello. Mi accorsi di essere seguita e allora cambiai strada ritornando verso il paese. Un uomo mi si avvicinò; era un signore nostro vicino di casa che conoscevo bene, perché frequentava anche la nostra casa; chiedeva sempre di mio fratello. Capii allora la sua insistente curiosità. Era armato e mi puntò la pistola alla faccia chiedendomi di condurlo da mio fratello. Ebbi la forza di mentire dicendo che non sapevo dove fosse. Mi credette ma mio fratello dovette fuggire di nuovo. Con mio padre ci trasferimmo a Vallecrosia Alta, perché la costa era sovente bombardata dal mare, dai cannoni di monte Agel e mitragliata dagli aerei. Nel gennaio del 1944 morì mia madre e Nino non fu presente al funerale. Sparito. Abitavamo in quella che allora era Via dei Metri, nell’ultima casa del vicolo. Una casa all’antica con stanze comunicanti una con l’altra, senza corridoio. Dalla primavera del ’44 mio fratello iniziò a fare qualche furtiva visita nottetempo. Confabulava con mio padre, poi spariva di nuovo. Spesse volte con mio padre ritornavamo alla casa al mare [a Camporosso] e a volte papà partiva per raggiungere la Francia con la barca. La cantina a volte era piena di merci le più varie, una volta persino dei datteri. Credo nel settembre del ’44, Nino una notte portò a casa a Vallecrosia Alta una radio e la nascose nell’armadio a muro nell’ultima stanza.
Emilia Guglielmi in Giuseppe Mac Fiorucci, Gruppo Sbarchi Vallecrosia, IsrecIm, 2007

2.9.1944 - "Una squadra del Distaccamento Comando della V^ Brigata, dopo aver fatto un'azione di cannoneggiamento sulle posizioni tedesche di Dolceacqua, attaccava sulla rotabile Pigna-Isolabona un'ottantina di tedeschi, che tentavano di passare il ponte rotto per entrare in Pigna. Dopo parecchie ore la squadra ripiegava perché i tedeschi abbandonavano la zona. Da parte tedesca tre morti e diversi feriti. Per quanto riguarda i partigiani, veniva preso prigioniero il Vice Comandante "Fuoco" [Marco Dino Rossi] e si registravano due feriti".
Da un documento ufficiale della II^ Divisione Garibaldi "Felice Cascione" edito in Mario Mascia, L'Epopea dell'Esercito Scalzo, ed. A.L.I.S, 1946, ristampa del 1975 a cura di IsrecIm

«Doria Fragola» e sei garibaldini armati di mitragliatore [il 26 settembre 1944] si appostano, in località Cartiera, tra gli alberi soprastanti la strada Isolabona-Dolceacqua, per tendere un agguato ai Tedeschi di cui è segnalato il transito. «Doria» seguito da due suoi compagni scende fin quasi sul ciglio della strada e mitraglia un camion tedesco di passaggio, il quale, benché colpito, prosegue la corsa finché, ancora mitragliato dai partigiani rimasti nascosti, sbanda e si ferma. I garibaldini partono quindi all'attacco dei Tedeschi superstiti con lancio di bombe a mano, ma lo strepitio dello scontro nasconde il rumore di altri due camion che stanno arrivando. Occorre ritirarsi.
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992

Il 25 settembre 1944, intorno alle 8 di mattina, due colonne tedesche provenienti da Isolabona attaccarono in forze Pigna: la prima riuscì a superare l'ostacolo rappresentato dal ponte degli Erici distrutto e avanzò lungo la strada, raggiungendo località Casermette dove si fermò e sparò numerosi colpi di mortaio, che distrussero una casa nel paese e arrecarono gravi danni ad altri fabbricati.
[...] In ottobre la situazione sulla frontiera italo-francese si era ormai stabilizzata: i due schieramenti si fronteggiavano su una linea che andava da ponte San Luigi al Grammondo, per proseguire verso il col de Tourini, l'Authion, il Monte Bego e le cime che spesso superano i 3.000 metri sulla frontiera franco-piemontese. Della pratica Pigna se ne sarebbe occupata una compagnia del “Hochgebirgs-Jager Btg 4” del capitano Andreas Schönleben e reparti della 34a Divisione di fanteria, che aveva già stabilito il proprio Quartier Generale a Saorge. Le truppe da montagna dovevano partire da Isolabona per proseguire lungo la valle dai due lati del fiume Nervia e da Bajardo; si sarebbero, poi, divise in due colonne: una avrebbe preso per la mulattiera di Veduno, l'altra doveva scendere da San Sebastiano, passare per Castelvittorio ed entrare in Pigna dal ponte di Lago Pigo. I reparti della 34a dovevano salire lungo la vallata della Bendola, guadagnare il Passo Muratone e da lì scendere lungo due direttrici: Ouri e Prealba. Forse, per evitare combattimenti troppo aspri, che avrebbero potuto causare molte perdite agli stessi tedeschi, veniva lasciata libera una via di fuga ai partigiani lungo la strada del Passo Langan. Il 5 ottobre alle ore 17, le due batterie da 105 piazzate a Isolabona iniziano a martellare il paese con un fuoco incessante, che terminò solo a notte inoltrata. Il giorno seguente, all'alba, le salme di artiglieria ripresero a scuotere le campagne circostanti, molte ogive vennero caricate con shrapnel.
[...] A Isolabona si stabilì il comando del 253° reggimento di granatieri comandato dal colonello Ferdinand Hippel, il 1° battaglione del reggimento (major Klingemann) venne posizionato a Rocchetta Nervina, il 2° battaglione (major Hans Geiger) a Bevera. Le compagnie del 1° battaglione si alterneranno tra il fronte e le prime retrovie che si formeranno sulla riva sinistra del fiume Roia tra Gouta, Testa d'Alpe e Briga.
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016

[ altri lavori di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano con Paolo Veziano, Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945, Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024; Giorgio Caudano, L'immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell'Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021; Marco Cassini e Giorgio Caudano, Bordighera al tempo di Bicknell e Monet, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2021; a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, ed. in pr., 2020 ; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016  ]

Durante un improvviso rastrellamento dei tedeschi riuscii a fuggire dai partigiani [...] Quando i tedeschi, al termine dell'operazione, tornarono al loro quartiere di Isolabona, chiesi di poter rientrare alla settima compagnia [bersaglieri della RSI]. Il tenente tedesco mi rispose cbe avrebbe deciso lui quando rimandarmi: per il momento gli servivo a Isolabona. Mi affidò al soldato che si occupava delle mucche, in dotazione (!) alla sua compagnia.
Franco Scarpini in I nostri giorni cremisi (1943-1995), Diario raccolto e coordinato da Umbertomaria Bottino per gli amici del II (XX) Battaglione, 3° Reggimento Bersaglieri Volontari R.S.I., edito in Milano nel maggio 1995

27.9.1944 - "In seguito all'attacco del giorno prima fatto dai tedeschi la V^ Brigata ["Luigi Nuvoloni" dell'appena costituita Divisione "Felice Cascione", trasformazione della precedente IX^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione"] lanciava un contrattacco su Isolabona con mortaio da 45. Una squadra mortai del Distaccamento Comando effettuava un'azione di disturbo sulle posizioni tedesche dell'anzidetto paese. Le perdite nemiche non sono state precisate".     
Da un documento ufficiale della II^ Divisione Garibaldi "Felice Cascione" edito in Mario Mascia, L'Epopea dell'Esercito Scalzo, ed. A.L.I.S, 1946, ristampa del 1975 a cura di IsrecIm

Alcuni garibaldini della V Brigata catturati in precedenza, più numerosi nelle zone di Pigna e di Buggio vengono raggruppati dal nemico a Isolabona e il 2 marzo fucilati presso il cimitero per rappresaglia in risposta alle sconfitte subite.
Cadono così, coraggiosamente, gettando disprezzo in faccia al nemico: Domenico Aimo, Giulio Grassi, Vito Massa, Antonio Pallanca, Attilio Pastor, Umberto Sciutto e Benedetto Vivaldi.
Sabina Giribaldi, Episodio di Isolabona, 02.03.1945, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia

15 marzo 1945 - Dal comando della V^ Brigata "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", prot. n° 342, al Comando Operativo della I^ Zona Liguria ed al comando della II^ Divisione - Comunicava che... ad Isolabona si trovavano 500 tedeschi...
22 marzo 1945 - Dalla Sezione SIM [responsabile Brunero, Francesco Bianchi] della V^ Brigata, prot. n° 352, alla Sezione SIM della II^ Divisione - Comunicava che... a Pigna ed a Isolabona erano stanziati 100 tedeschi per presidio...
20 aprile 1945 - Dalla sezione SIM della V^ Brigata al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Segnalava che Pigna (IM) era presidiata da 40 soldati di nazionalità russa e tedesca, che ad Isolabona vi erano 50 tedeschi... che sul fronte italo-francese tra la Località Marcora [nel comune di Isolabona (IM)] e la regione Fontana Povera [nel comune di Rocchetta Nervina (IM)] si notava la presenza di alcune artiglierie di medio calibro.
24 aprile 1945 - Da "Mina" al comando della II^ Divisione - Comunicava che ... ad Isolabona vi erano 80 nemici con 50 cavalli e 2 batterie da 75/27 in postazione...
da documenti IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945), Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999

Era uno scapolo di buona età. Viveva nella sua Isolabona, figlio di zia Caterina. Saliva ogni anno in Andagna, patria dei genitori che in Isola avevano avviato una bottega di stoffe. La guerra e la lotta partigiana non lo distolsero dall'innata abitudine di trascorrere alcuni mesi nella casa dei vecchi genitori. In Andagna aveva una sorella ed ogni anno vi trascorreva le meritate vacanze, spesso in compagnia del fratello e dello zio maristi. Nella casa spaziosa e patriarcale si respirava aria di serenità, e di pace campestre.
don Ermando Micheletto, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di “Domino nero” - Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975