La copia di una pagina di un rapporto del tenente colonnello francese Salbat. Fonte: Archivio francese SHAT (Service historique de l'armée de terre) |
Ti saluto caramente
tuo Leo"
Stefano Leo Carabalona, stralcio di lettera destinata a Nino Siccardi (Curto), comandante della I^ Zona Operativa (partigiana) Liguria, allegata al dispaccio - prot. n° 2 in data 26 febbraio 1945 - inviato dal C.L.N. di Bordighera al comandante Nino Siccardi, da documento IsrecIm in Rocco Fava di Sanremo (IM), “La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Imperia (1 gennaio - 30 Aprile 1945)” - Tomo II, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
In primo piano uno scorcio di Vallecrosia (IM); sullo sfondo, da sinistra Monaco, Beausoleil, Roquebrune - Cap Martin, Mentone, le zone di ponente di Ventimiglia (IM) |
4 maggio 1945
Il tenente colonnello Salbat, comandante il Sotto-Settore del Basso Roya
Al generale comandante della 1^ D.F.L.
Ho l'onore di comunicare che oggi ho ricevuto la visita del maggiore Lester E. Winslow, dello stato maggiore della 92^ Divisione di fanteria americana di stanza a Genova, venuto per prendere contatto con le prime truppe francesi.
Gli ho proposto di recarsi con me a Beaulieu, ma mi ha risposto che non aveva tempo di farlo.
È stato accompagnato da un capitano del predetto stato maggiore [...]
tenente colonnello Salbat, comandante il 18° R.T.S. per conto del tenente colonnello Le Nulzec, comandante in seconda del 1° Reggimento
8 maggio 1945
....Un distaccamento americano di 35 militari a Bordighera, previsto per lo stesso giorno l’arrivo del resto della compagnia...
Il posto di controllo francese ripiega giusto di fronte agli americani....
Il capitano britannico incaricato del distretto di Bordighera è il cap. Garrigue [Philip Garigue] ...
...Il cap. Garrigue ha già incontrato il sindaco di Bordighera e preso il controllo politico ed alimentare della città.....
...Si segnalano circa 500 partigiani a Bordighera e dintorni....
12 maggio 1945
...Il sindaco di Perinaldo d’origine siciliana è lungi d’essere francofilo. Crea confusione nei civili e difficoltà.
...Operai, prigionieri evasi si presentano sempre più numerosi al posto di controllo. Devono raggiungere Ventimiglia a piedi.
...Si propone di installare al Torrione [n.d.r.: a Vallecrosia] un Centro di Accoglienza...
...Si presentano anche delle donne....
Il fornaio di Vallecrosia non ha farina, questo rifornimento prima gli arrivava da Bordighera.
E’
urgente aggregare questa località al Torrione e ai rifornimenti
francesi, per propaganda e per evitare paragoni con l’AMGOT [n.d.r.: amministrazione alleata di occupazione; per la zona intemelia aveva sede a Bordighera]....
12 maggio 1945
...Visita dei tenenti colonnello Salbat e Romanetti a Dolceacqua e Pigna....
Incontro con il Podestà ed il segretario di Pigna....
...Niente permesso di andare ad Imperia per conferire con il Prefetto, che vada a parlare con il Prefetto di Nizza....
...Sul desiderio della popolazione di annessione alla Francia conviene attenersi alla realtà.....
...La
popolazione sembra assai indifferente all’idea di annessione alla
Francia, ma i dirigenti e le classi agiate sembrano volere restare
italiani. ...
E’ da questiloro che viene il pericolo...
...E’ indispensabile che il Governo Francese faccia uno sforzo... fatti non parole....
... In particolare è indispensabile rifornire le popolazioni....
... Da
notizie ottenute risulta che mentre a Dolceacqua, Bajardo, Pigna,
Buggio, le popolazioni siano nettamente francofile, le loro reazioni sono cattive a
Apricale e pessime a Castelvittorio....
... A Perinaldo
l’atteggiamento delle autorità ha portato il comandante Sarroche ad
espellere il Podestà di origini siciliane e cinque o sei persone del suo
entourage....
... Al momento, Romanetti non ha ottenuto che promesse....
... Quello che gli è stato inviato da Nizza si riduce a poca cosa....
...Bisogna
ottenere rifornimenti regolari, soprattutto farina, in modo che i
villaggi occupati non si rivolgano più ad Imperia...
... Inoltre bisogna che il rifornimento inviato sia di buona qualità.
A Dolceacqua la farina inviata è di cattiva qualità....
... Bisogna assolutamente soddisfare le richieste di Romanetti.
... Malgrado il divieto, a Ventimiglia circolano i giornali francesi, specialmente “Combat” e “Aurore”...
... Grandi danni alle strade dell’interno...
E’
stato segnalato a Romanetti che il Prefetto di Imperia ha aperto le
porte delle prigioni ai fascisti, a condizioni che si riscattino con una
azione efficace nella zona occupata dalle nostre truppe.
Uno di questi individui sarebbe stato segnalato a Ventimiglia.
E’ attivamente ricercato.....
Raccomando inoltre che sia esercitata sulle popolazioni un’efficace e intelligente propaganda .
Questa propaganda sarebbe utilmente esercitata per mezzo della stampa e del cinema.
stralci di documenti francesi (Archivio francese SHAT - Service historique de l'armée de terre) rintracciati (ma non pubblicati) da Giuseppe Mac Fiorucci in preparazione di Gruppo Sbarchi Vallecrosia, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia <Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM)>, 2007
22 aprile 1945 - Dal comando della II^ Divisione al Comando Operativo della I^ Zona Liguria - Si chiedevano con urgenza "precise disposizioni nei confronti delle truppe liberatrici, che con ogni probabilità saranno Degolliste; le competenze nei confronti del CLN e delle SAP secondo gli accordi intervenuti tra voi e dette organizzazioni… se bisogna portare gradi, in caso positivo quali".
24 aprile 1945 - Dal C.L.N. di Perinaldo (IM) al comando della II^ Divisione - Comunicava che "una nostra staffetta ha preso oggi contatto con un piccolo nucleo di degollisti dentro Ventimiglia. Tutta questa zona è tranquilla".
da documenti IsrecIm in Rocco Fava, Op. cit.
Il 5 maggio [1945], intanto, il Cln di Ventimiglia aveva deciso di
interpellare il tenente colonnello Romanetti per sapere quali funzioni
avrebbe potuto ancoraespletare nella nuova situazione che si era venuta a
creare. Una settimana dopo giunse la risposta di Romanetti, che informò
i membri del Comitato di liberazione nazionale come, per l’autorità
militare francese, non vi fosse più alcun bisogno di un Cln italiano a
Ventimiglia, in quanto ormai tutte le funzioni governative e
amministrative erano state assunte dall’autorità di occupazione. Il
giorno prima il generale Doyen aveva fatto occupare dalle sue truppe
tredici paesi delle valli Nervia, Crosia e Roia, che sarebbero così
entrati a far parte dei territori occupati […] La campagna
propagandistica era organizzata da un apposito Comité d’action pour le
rattachement à la Comté de Nice, guidato da Hilaire Lorenzi, un marmista
italiano di Beausoleil, che avrebbe anche promosso la fondazione di
vari sottocomitati del sodalizio in alcune località dell’estremo Ponente
ligure […] Nei mesi dell’occupazione francese di Ventimiglia, il
comitato presieduto da Lorenzi avrebbe svolto un’intensa attività per
convincere il maggior numero di persone delle grandi opportunità che
avrebbe potuto offrire a Ventimiglia il passaggio sotto la giurisdizione
francese. A livello governativo, invece, la Direction générale d’études
et recherches, in pratica i servizi segreti francesi, aveva già inviato
in zona una propria ambasceria, detta “missione Bananier”, affidata al
comandante Sarocchi, con l’incarico di organizzare plebisciti
clandestini per constatare l’orientamento delle popolazioni locali in
merito all’opzione annessionista. Nel maggio del 1945 si tennero quindi
varie consultazioni, di carattere non ufficiale, né tantomeno
vincolante, in numerosi comuni del circondario intemelio, che avrebbero
dato esito favorevole alle tesi annessioniste. I plebisciti svoltisi nei
paesi delle valli ventimigliesi avrebbero evidenziato, nella
maggioranza dei casi, la chiara volontà delle popolazioni locali, cui si
erano però aggiunti molti naturalizzati francesi fatti affluire dalla
Costa Azzurra dalle autorità di occupazione, di passare alla Francia,
nonostante gli alleati avessero imposto, alla guida di tali comuni,
sindaci contrari alla scelta annessionista. Andrea Gandolfo, L’occupazione francese di Ventimiglia (aprile-luglio 1945), in Rivista ILSREC, n° 2/2016
Ricordo il pilota Fernand Guyot, ferito con due costole fratturate e trasportato in salvo in Costa Azzurra in barca da Achille [Achille "Andrea" Lamberti] assieme al colonnello Ross e altri tre, un inglese e due piloti americani. II Guyot si sdebitò con Achille a fine guerra. Vallecrosia venne liberata dai francesi, i quali avevano subito manifestato mire annessionistiche per tutto l'estremo ponente della provincia di Imperia. Nei comuni si svolse pure il plebiscito per l'annessione alla Francia. Ricordo l'impegno dei preti salesiani di Vallecrosia contro l'annessione: con un vecchio ciclostile stamparono e distribuirono clandestinamente anche volantini di propaganda. Achille venne anche arrestato assieme ad Annibale Vedovati e in sua difesa fece il nome di Fernand Guyot. Messo a conoscenza dell'accaduto, Guyot fece intervenire con tutta la sua autorità l'ammiraglio francese comandante della base di Hyeres. Ad Achille fu annunciato che era in libertà, ma si rifiutò di uscire se non fosse stato liberato anche il Vedovati. Il comandante francese, disperato più che indispettito, liberò anche Annibale.
Renzo Rossi in Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
A Vallecrosia il plebiscito non ebbe luogo. Per preparare la consultazione elettorale si svolse una riunione tra le autorità francesi e il CLN comunale al secondo piano della Villa Aprosio in via Don Bosco sede del municipio fino agli anni '70. Mentre Girò [Pietro Girolamo Marcenaro] "tirava lungo" con una serie interminabile di cavilli e richieste, al primo piano altri partigiani sottraevano furtivamente le liste elettorali e le schede dell'anagrafe. Svolgere il plebiscito fu impossibile. I francesi non la presero bene e arrestarono Achille Lamberti e Annibale Vedovati, presidente del CLN vallecrosino
Giuseppe Mac Fiorucci, Op. cit.
L'incubo che avvolse Pigna nell'inverno appena trascorso ebbe quindi la fine. Nella mattinata del 26 aprile entrò in paese una compagna del II Bataillon du 18eme Regiment de Tirailleurs Senegalais, truppe coloniali di reclutamento senegalese che facevano parte della 1° divisione della Francia Libera.
[...] Il presidio francese restò a Pigna per un periodo maggiore di quanto si prevedesse nel momento in cui le truppe senegalesi entrarono come liberatrici in paese. De Gaulle era deciso a presentare il conto della “pugnalata alle spalle” che l'Italia inferse alla Francia nel momento in cui dichiarò guerra al cugino d'oltralpe, ormai travolto dall'inarrestabile marcia della Wehrmacht. Il generale diede ordine di occupare militarmente tutta la valle Roia e le valli del Nervia e del Verbone (Vallecrosia) spostando il confine sul torrente Borghetto alla periferia di Bordighera. Ventimiglia e tutto il suo entroterra vennero così, di fatto, annesse ed entrarono a far parte dello Stato francese. Per recarsi a Bordighera era necessario presentare i documenti al confine dei piani di Borghetto, spiegare i motivi del viaggio, per venire, molto spesso, invitati a tornare indietro. Gli stessi ex-militari che rientravano dalla prigionia venivano respinti alla frontiera provvisoria e costretti a lunghi percorsi su per i monti per raggiungere i loro paesi d'origine e le loro famiglie. Poche settimane dopo la liberazione, nei territori occupati vennero organizzati dalle autorità francesi dei plebisciti fasulli per richiedere l'annessione alla repubblica francese, a cui parteciparono anche elettori da molti anni di nazionalità transalpina, che potevano vantare antiche origini dei paesi roiaschi e nervini e portati alle urne con corriere gratuite e incentivi in denaro.
[...] Quando nei primi giorni di luglio 1945 i francesi abbandonarono Pigna furono rapidamente sostituiti da carabinieri e finanzieri, che ristabilirono celermente la sovranità italiana. Da subito iniziarono le operazioni di bonifica dei tanti campi minati «seminati» nel '40 da italiani e francesi e nel '44 dai tedeschi.
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016