Verso la fine del '42 alcuni antifascisti di Bordighera, o ivi residenti, che precedentemente svolgevano un'attività contro il fascismo non coordinata, si riuniscono, e formano un gruppo organizzato. Fra questi antifascisti Tommaso Frontero allaccia il gruppo al PCI di Sanremo e prende contatto con i comunisti sanremesi Luigi Nuvoloni, Umberto Farina, Alfredo Rovelli. Ai primi del '43 si crea in Bordighera il comitato comunista di settore, con a capo Tommaso Frontero, Ettore Renacci e Angelo Schiva. In seguito a queste persone si aggiunsero altre, fra cui Charles Alborno, Siffredo Alborno, Pippo Alborno, l'architetto Mario Alborno (che prese poi il nome di battaglia Cecof), Renzo Rossi. Dopo il 25 luglio 1943 il gruppo entra in contatto con altri antifascisti di Bordighera, fra i quali Renato Brunati, indipendente. Al gruppo si aggregano nuovi elementi.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
Bordighera (IM) |
Ettore Renacci, Tommaso Frontero e Angelo Schiva facevano parte di un gruppo comunista formatosi già all'inizio del 1943 in Bordighera. Nel dicembre dello stesso anno, tale gruppo assunse la denominazione di «Comitato Comunista di Settore» e si unì ad elementi di altre correnti e partiti antifascisti. In seguito all'attività comune fu creato il CLN di Bordighera per la lotta resistenziale ma la rete clandestina venne scoperta e sgominata. Frontero e Renacci furono arrestati nelle rispettive abitazioni verso le 8 del 23 maggio 1944. Subirono maltrattamenti e furono condotti a Imperia: se ne decise la fucilazione per il 25 maggio. Ma la Gestapo li considerava elementi troppo preziosi e cercò di indurli a rivelare notizie utili sull'organizzazione antifascista. Frontero e Renacci raggiunsero quindi le carceri di Marassi e, nel giugno, fecero parte di un gruppo di 59 prigionieri trasferiti da Genova a Fossoli per mezzo di camion. A Fossoli il Renacci venne fucilato ed il Frontero inviato nei Lager in Germania.
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992, p. 571
Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992, p. 571
Ettore Renacci: nato a Bordighera (IM) il 6 gennaio 1907, residente a Bordighera, calzolaio, coniugato con Maria Gatto, partigiano. Dopo l’8 settembre 1943 organizza il CLN nella sua zona e indirizza i renitenti alla leva fascista tra le file della Resistenza. Arrestato a Bordighera il 23 maggio 1944, viene condotto prima a Imperia e poi a Genova; fra il 6 e il 9 giugno 1944 giunge al Campo di Fossoli, dove riceve la matricola 1455. Viene fucilato al Poligono di Tiro di Cibeno il 12 luglio 1944 ed è riconosciuto dalla cognata e da un conoscente.
Daniel Degli Esposti, Episodio del Poligono del Cibeno, Fossoli, Carpi, 12.07.1944, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia
Daniel Degli Esposti, Episodio del Poligono del Cibeno, Fossoli, Carpi, 12.07.1944, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia
Ettore Renacci, di anni 37, calzolaio, coniugato. Nato il 6 gennaio 1907 a Bordighera (IM) e ivi residente. Convinto antifascista, già all’inizio del 1942 aderì al Comitato di settore del Partito comunista del luogo. Dopo l’8 settembre 1943 operò per organizzare la fuga di soldati sbandati verso la montagna. Insieme a Tommaso Frontero, animatore della sezione locale del PCI, costituì il CLN cittadino. Ettore funse da coordinatore tra questa organizzazione e le formazioni partigiane in montagna. Esponente anche del gruppo filorepubblicano "Italia Nuova", risultava incluso nella lista nera dei fascisti di Bordighera. Ciononostante, il 23 maggio 1944 fu arrestato per caso, in quanto si imbatté sulle scale dell’abitazione di Frontero nei militi giunti per perquisirla. Recluso nelle carceri di Imperia, fu sottoposto a violenti interrogatori durante i quali non rivelò nulla sull’organizzazione clandestina. Destinato alla fucilazione, fu momentaneamente tratto in salvo dall’intervento della Gestapo che lo trasferì, insieme agli altri compagni catturati nel corso della retata, alle prigioni di Marassi nella sezione destinata ai detenuti politici. Dopo nuovi interrogatori questi prigionieri furono tutti inviati all’inizio di giugno 1944 al campo di Fossoli. I suoi compagni furono poi deportati a Mauthausen, mentre Renacci fu fucilato il 12 luglio al poligono di tiro di Cibeno, insieme ad altri 66 internati politici. La condanna fu motivata come rappresaglia per un attentato partigiano compiuto a Genova.
[...] La strage nazista del 12 luglio 1944 compiuta al poligono di Cibeno presenta ancora molti aspetti oscuri e di difficile lettura. Le ricostruzioni di quell’evento concordano comunque sul fatto che alle vittime, tutti prigionieri politici internati al campo di Fossoli a Carpi (Mo), fu letta la sentenza di condanna a morte, motivata come rappresaglia per un attentato a Genova. Alle 4 del mattino del 12 luglio 1944, 71 prigionieri politici, selezionati la sera prima formalmente per partire per la Germania, furono fatti uscire dalla baracca in cui avevano alloggiato la notte. Renato Carenini fu escluso, Teresio Olivelli riuscì a nascondersi mentre un primo gruppo di 20 prigionieri venne condotto al poligono di tiro. Quando il secondo gruppo di 25 persone giunse al poligono, Mario Fasoli ed Eugenio Jemina si resero conto del pericolo e innescarono una ribellione durante la quale riuscirono a fuggire. I restanti ribelli furono uccisi sul posto dalla guardia russa del campo. Dopodiché i 24 componenti del terzo gruppo partirono dal campo ammanettati per essere fucilati al poligono dove i corpi venivano gettati insieme agli altri in una fossa comune scavata precedentemente da ebrei del campo. 67 furono i prigionieri politici coinvolti nella strage: Achille Andrea, Alagna Vincenzo, Arosio Enrico, Baletti Emilio, Balzarini Bruno, Barbera Giovanni, Bellino Vincenzo, Bertaccini Edo, Bertoni Giovanni, Biagini Primo, Bianchi Carlo, Bona Marcello, Brenna Ferdinando, Broglio Luigi Alberto, Caglio Francesco, Ten. Carioni Emanuele, Carlini Davide, Cavallari Brenno, Celada Ernesto, Ciceri Lino, Cocquio Alfonso Marco, Colombo Antonio, Colombo Bruno, Culin Roberto, Dal Pozzo Manfredo, Dall’Asta Ettore, De Grandi Carlo, Di Pietro Armando, Dolla Enzo, Col. Ferrighi Luigi, Frigerio Luigi, Fugazza Alberto Antonio, Gambacorti Passerini Antonio, Ghelfi Walter, Giovanelli Emanuele, Guarenti Davide, Ingeme Antonio, Kulczycki Sas Jerzj, Lacerra Felice, Lari Pietro, Levrino Michele, Liberti Bruno, Luraghi Luigi, Mancini Renato, Manzi Antonio, Col. Marini Gino, Marsilio Nilo, Martinelli Arturo, Mazzoli Armando, Messa Ernesto, Minonzio Franco, Molari Rino, Montini Gino, Mormino Pietro, Palmero Giuseppe, Col. Panceri Ubaldo, Pasut Arturo, Pompilio Cesare, Pozzoli Mario, Prina Carlo, Renacci Ettore, Gen. Robolotti Giuseppe, Tassinati Corrado, Col. Tirale Napoleone, Trebsé Milan, Vercesi Galileo, Vercesi Luigi.
Lettera di Ettore Renacci alla cognata, scritta in data 11-07-1944
Cara Lina, come già ti dissi domani parto per dove non si sa, ma probabilmente per la Germania, mi raccomando torna subito a casa ed a Mariuccia cerca di dirlo in modo che non si impressioni; se mi sarà possibile scriverò subito in modo di farvi avere mie notizie. State tranquille, fatevi buona compagnia e pensatemi come vi penso io. [...] Come ti ripeto spero di andare in posto da poterci stare bene, sembra che pure gli altri dovranno partire.
Tantissimi baci a Mariuccia e a te un grosso bacio e grazie di quanto hai fatto. Torna subito a casa mi raccomando fatevi coraggio e fate tutto bene.
Tanti saluti e baci alla famiglia telef. a tutti gli amici che spero presto poterli vedere.
Tanti baci a Teresa - Pina - Lucia Mamma che la penso sempre.
Torna subito a casa e state bene, pregate per me e fatevi coraggio.
Baci a tutti
Ettore
Tantissimi baci a Mariuccia e a te un grosso bacio e grazie di quanto hai fatto. Torna subito a casa mi raccomando fatevi coraggio e fate tutto bene.
Tanti saluti e baci alla famiglia telef. a tutti gli amici che spero presto poterli vedere.
Tanti baci a Teresa - Pina - Lucia Mamma che la penso sempre.
Torna subito a casa e state bene, pregate per me e fatevi coraggio.
Baci a tutti
Ettore
Enrica Cavina, Ettore Renacci, Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
[...] Ettore Renacci viene arrestato per caso, anche se il suo nome era stato segnalato da due delatori ed era quindi nella lista nera: si imbatte sulle scale di casa di Frontero, coi militi che vanno a perquisirne l'abitazione la mattina del 23 maggio 1944.
Tradotto in carcere e brutalmente interrogato, è destinato alla fucilazione coi compagni arrestati nella stessa retata, dopo un sommario processo. Li salva, per il momento, l’intervento della Gestapo che reclama per sé i condannati e li trasferisce al carcere di Marassi, 4a sezione politici, per nuovi interrogatori. Poi, per tutti, Fossoli.
Renacci finisce a Cibeno. Gli altri a Mauthausen, da cui torna vivo solo Frontero.
Nel 1984 fu inviata da Sanremo al sindaco di Carpi una busta con le fotocopie di due lettere scritte da Ettore Renacci a Fossoli. Precisa il biglietto di accompagnamento: "La lettera recante il n. 2 fu lanciata dal Renacci legata ad una pietra attraverso la recinzione, ma ricadde entro il campo stesso, il repubblichino di guardia, che la raccolse, la vendette alla cognata del Renacci <1 cui era destinata, per la somma di Lit. 14.000 dell’epoca, un anno o più di lavoro".
La lettera, senza busta e senza data, è evidentemente l’ultimo messaggio. La cognata Lina, sorella della moglie, era fra i numerosi parenti di internati presenti a Fossoli in quei giorni
[...]
La vedova si fa viva, per noi, solo nel 1997, quando scrive al sindaco di Carpi:
"[...] Nei giorni scorsi venne da me il comandante dei carabinieri locale, perché dalla Spezia avevano richiesto notizie e documenti riguardanti il campo di Fossoli e di tutti quelli che erano stati nel campo, ma di tutto il gruppo numeroso di Bordighera e Ventimiglia i superstiti sono solo due. Tutto quello richiestomi su mio marito Ettore Renacci lo notificai al comandante dei carabinieri in loco.
Vi ringrazio ma non chiedetemi altro.
Oramai ad 83 anni ho dimenticato
Distinti saluti
Gatto Maria"
<1 Ettore Renacci, di anni 37, nato il 6 gennaio 1907 a Bordighera, ivi residente, calzolaio, coniugato con Gatto Maria.
Arrestato a Bordighera il 23 maggio 1944, incarcerato prima a Imperia, poi a Genova, quindi trasferito a Fossoli tra il 6 e il 9 giugno, matricola campo 1455. Il suo corpo, contrassegnato all’esumazione col numero 8, fu riconosciuto dalla cognata Carmelina Gatto e da un conoscente.
Anna Maria Ori, Carla Bianchi Iacono, Metella Montanari, Uomini nomi memoria. Fossoli 12 luglio 1944, Comune di Carpi (MO), Fondazione ex Campo Fossoli, Edizioni APM, 2004
Tradotto in carcere e brutalmente interrogato, è destinato alla fucilazione coi compagni arrestati nella stessa retata, dopo un sommario processo. Li salva, per il momento, l’intervento della Gestapo che reclama per sé i condannati e li trasferisce al carcere di Marassi, 4a sezione politici, per nuovi interrogatori. Poi, per tutti, Fossoli.
Renacci finisce a Cibeno. Gli altri a Mauthausen, da cui torna vivo solo Frontero.
Nel 1984 fu inviata da Sanremo al sindaco di Carpi una busta con le fotocopie di due lettere scritte da Ettore Renacci a Fossoli. Precisa il biglietto di accompagnamento: "La lettera recante il n. 2 fu lanciata dal Renacci legata ad una pietra attraverso la recinzione, ma ricadde entro il campo stesso, il repubblichino di guardia, che la raccolse, la vendette alla cognata del Renacci <1 cui era destinata, per la somma di Lit. 14.000 dell’epoca, un anno o più di lavoro".
La lettera, senza busta e senza data, è evidentemente l’ultimo messaggio. La cognata Lina, sorella della moglie, era fra i numerosi parenti di internati presenti a Fossoli in quei giorni
[...]
La vedova si fa viva, per noi, solo nel 1997, quando scrive al sindaco di Carpi:
"[...] Nei giorni scorsi venne da me il comandante dei carabinieri locale, perché dalla Spezia avevano richiesto notizie e documenti riguardanti il campo di Fossoli e di tutti quelli che erano stati nel campo, ma di tutto il gruppo numeroso di Bordighera e Ventimiglia i superstiti sono solo due. Tutto quello richiestomi su mio marito Ettore Renacci lo notificai al comandante dei carabinieri in loco.
Vi ringrazio ma non chiedetemi altro.
Oramai ad 83 anni ho dimenticato
Distinti saluti
Gatto Maria"
<1 Ettore Renacci, di anni 37, nato il 6 gennaio 1907 a Bordighera, ivi residente, calzolaio, coniugato con Gatto Maria.
Arrestato a Bordighera il 23 maggio 1944, incarcerato prima a Imperia, poi a Genova, quindi trasferito a Fossoli tra il 6 e il 9 giugno, matricola campo 1455. Il suo corpo, contrassegnato all’esumazione col numero 8, fu riconosciuto dalla cognata Carmelina Gatto e da un conoscente.
Anna Maria Ori, Carla Bianchi Iacono, Metella Montanari, Uomini nomi memoria. Fossoli 12 luglio 1944, Comune di Carpi (MO), Fondazione ex Campo Fossoli, Edizioni APM, 2004
[ n.d.r.: nella relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti di cui alla legge n. 107 del 2003, trasmessa alle Presidenze delle Camere il 9 febbraio 2006, la figura di Ettore Renacci viene ricordata nel seguente modo: "Imputati: Ignoti militari tedeschi - Delitto previsto dagli art. 185, 2° comma, e 211 c.p.m.g. - Parte lesa: Renacci Ettore - ECCIDIO DI FOSSOLI ABBINATO AL FASCICOLI RG 2 - INVIATO ALL’AMBASCIATA DI GERMANIA - Archiviato dal Gip della Procura della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia (p. 27 del doc. 86/0)" ]