Il 30 aprile del 1944 Pigna entrò nell’incubo. Appena conclusa la
tradizionale messa domenicale delle 10 e 30, due giovani partigiani
vennero portati in chiesa, scortati da un drappello di brigate nere ed
il parroco don Bono fu costretto a impartire ai due sfortunati l’estrema
unzione. Il drappello si diresse attraverso la via Fossarello seguito
da pochi curiosi per raggiungere il cimitero. Verso l’una del pomeriggio
il paese venne scosso da una salma di fucileria; il plotone di
esecuzione, comandato dal capitano della M.V.S.N. Maggi <294, fece
fuoco su Carmelo Repetto di Rezzoaglio e Tommaso Faraldi di Triora, due
partigiani arrestati il 26 aprile a Bajardo e condannati dal tribunale
militare, istruito a Pigna per l’occasione, alla pena di morte mediante
fucilazione al petto, come previsto dal decr. legislativo del Duce n°
30/1944. I due partigiani, insieme a un polacco chiamato Giuseppe, erano
stati catturati dagli agenti della GNR Tommaso Cataldi e Antonio Di
Giovanni in servizio investigativo in borghese <295. La rappresaglia
partigiana non si fece attendere: nella notte tra il 7 e l’8 maggio
alcuni partigiani, rimasti ignoti, irruppero nella canonica di
Castelvittorio e uccisero con due colpi di pistola il parroco del paese,
don Antonio Padoan. L’azione è, ancora oggi, avvolta nel mistero; non è
ben chiaro il motivo dell’esecuzione. La sera del 7 maggio del 1944
alcuni garibaldini si introdussero nella canonica per indurre Padoan a
desistere dai suoi atteggiamenti filo-fascisti e invitarlo a lasciare
Castelvittorio. Fonti partigiane affermano che la discussione non fu
pacifica e che nacque una colluttazione con spari da ambo le parti. Il
partigiano “Albenga” ebbe il calcio del fucile fracassato da una
pallottola e Padoan rimase ucciso <296.
[NOTE]
294 Uff. P.M. Sez. Spec. Corte Assise Genova 28/1/46. Non luogo a procedere in data 14/11/94.
295
Per questo fatto Tommaso Cataldi fu condannato alla pena capitale dal
tribunale del 1° Btg. M. Bini della V Divisione Cascione in data 5
febbraio 1945, sentenza eseguita il giorno stesso in località Gerbonte
di Triora. La sentenza venne firmata dal comandante del battaglione
Figaro (Vincenzo Orengo), dal commissario Lince (Manlio Cogliolo) e da
Gianni.
296 Memorie orali di Erven e Vittò. Per maggiori dettagli si
veda l’opuscolo di N. Allaria Olivieri, Sangue a Castelvittorio,
Editrice Sordomuti, 1977.
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016
[ n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016 ]
In operazioni di rastrellamento la G.N.R. di VENTIMIGLIA (IMPERIA) ha catturato 3 ribelli armati passandoli per le armi.
Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 1 maggio 1944, p. 36.
Fondazione Luigi Micheletti
Pure il 16 corrente due abitanti di Pigna addetti alla vigilanza della linea telefonica e telegrafica di una zona sita in territorio del comue di Pigna, spintisi fino in frazione Cetta del comune di Triora, venivano fermati da alcuni ribelli armati di pistole e di bombe a mano, che li prelevavano e li portavano in presenza del loro capo, che si trovava in compagnia di una dozzina di partigiani. Detto capo li diffidava a non lavorare più per le forze armate germaniche ed a non recarsi più nella località ove erano stati sorpresi. Gli stessi abitanti civili di Pigna riferivano che ribelli, nella circostanza, avevano manifestato proposito di vendicare i due loro compagni
fucilati dalla milizia confinaria a Pigna e che il capo di tali ribelli parlava con accento ligure, laddove i suoi adepti avevano l'accento meridionale.
Ermanno Durante, Questore di Imperia,
Relazione settimanale sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Al Capo della Polizia - Maderno, 22 maggio 1945 - XXII
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Pagina 41 del Notiziario GNR del 28 giugno 1944, cit. infra da Giorgio Caudano - Fonte: Fondazione Luigi Micheletti |
L'estate
1944 conobbe il momento più intenso per quanto riguarda l'adesione al
movimento partigiano del territorio; le bande, che fino ai primi giorni
di primavera erano costituite soprattutto da un'èlite di uomini
politicamente consapevoli, vennero ingrossate da numerosi renitenti alla
leva e disertori dell'esercito repubblichino. I pochi paesi dove non vi
era alcun presidio della GNR erano spesso occupati dai partigiani che
scendevano dalle montagne circostanti. Il 15 giugno i partigiani di
Langan [
n.d.r.: località in altura nel comune di
Castelvittorio (IM): mette anche in comunicazione con la Valle Argentina] scesero in paese [
Pigna]
e assaltarono, senza incontrare la resistenza dei fascisti della GNR di
stanza alla caserma Manfredi, i locali dell'ammasso dell'olio siti in
via San Rocco, poco oltre le due strade. Molti abitanti del paese si
unirono agli stessi partigiani per razziare l'olio che costituì per i
mesi a venire una preziosa riserva alimentare. L'episodio venne
menzionato nel Notiziario della Guardia Nazionale Repubblicana del 28
giugno: "
Il 15 corrente, verso le 19,30, a Pigna oltre 300 banditi
muniti di armi automatiche, invasero la caserma del distaccamento G.N.R e
quella della brigata Finanza. Un altro numeroso gruppo di banditi si
portò verso la caserma della G.N.R. Confinaria, sparando raffiche di
armi automatiche a distanza. Dalla caserma del distaccamento G.N.R. i
malviventi prelevarono il comandante, vicebrigadiere Antonio Bressanelli
e sei militi, asportando armi e effetti di casermaggio; altrettanto
fecero nella caserma della Guardia di Finanza, ove furono catturati nove
militari. Successivamente aprirono il magazzino dell'ammasso dell'olio,
asportandone alcuni quintali, invitando la popolazione a riprendersi
l'olio che aveva consegnato in precedenza. Non consta, finora, che vi
siano stati morti o feriti. La popolazione è allarmata".
Giorgio Caudano, Op. cit.
Nella notte dal 15 al 16 corr. un forte nucleo di partigiani attaccava le caserme del Distaccamento G.N.R. e della Guardia di Finanza di Pigna disarmando e prelevando i componenti, i quali non opponevano alcuna resistenza.
Le stesse bande di partigiani attaccavano poi la caserma della Milizia confinaria, che resisteva energicamente.
Al sopraggiungere di rinforzi, composti da militi confinari, agenti di polizia dell'Ufficio di P.S. di Ventimiglia e di alcuni militari tedeschi, i partigiani si allontanavano. Da parte nostra nessuna perdita.
Perdite imprecisate tra i ribelli, in quanto essi, secondo il loro costume, trasportano nella ritirata eventuali morti e feriti, che devono esserci stati, in quanto, durate il conflitto, erano state grida avvertite di dolore.
Ermanno Durante, Questore di Imperia, Al capo della Polizia - Maderno, Relazione sulla situazione economica e politica della Provincia di Imperia, Imperia, 20 giugno 1944 - XXII°
Il giorno 14 giugno 1944 i partigiani del 5° distaccamento (cioè del distaccamento di Vittò ed Erven) partono da Carmo Langan nelle prime ore del pomeriggio e si recano a Pigna. Sono circa 60-70 uomini. Vittò [Giuseppe Vittorio
Guglielmo] ed
Erven [Bruno
Luppi] sono a capo del gruppo. Su per giù ad un chilometro di distanza da Pigna, sulla strada per Isolabona, vi è una caserma con una ottantina di Camicie Nere e un numero imprecisato di tedeschi. Nella parte a monte di Pigna, alla periferia del centro abitato, in una villa, hanno sede circa quindici carabinieri. In basso nella zona verso valle, dalla parte della strada per Castel Vittorio, ancora alla periferia dell'abitato di Pigna, in una villetta adibita a caserma, vi sono i militi della finanza. A mezz'ora di distanza da Pigna, Vittò, con 20 uomini, lascia il gruppo, e si porta a bloccare la strada, fra Pigna e la caserma delle Camicie Nere. Gli altri sono da Erven divisi in pattuglie, alcune per proteggere l'attacco alla caserma dei carabinieri, e altre per tenere sotto controllo ogni strada ed ogni punto importante del paese, sempre alla periferia, dato che i partigiani erano stati informati della dislocazione di mitragliatrici di fascisti sui tetti. Eseguono l'attacco alla caserma dei carabinieri Erven, Assalto [
n.d.r.: Carlo Peverello, nato a Castelvittorio il 28 febbraio 1923], Argo [Biagio Salomone], Marussia di Ventimiglia e Géna. Assalto si ferma a una certa distanza, a sorvegliare una finestra da cui, fra due sacchi di terra, spunta la canna di un mitragliatore; gli altri, rasentando il muro, vanno presso la porta principale e gridano ai carabinieri di arrendersi. Non ricevendo risposta, puntano le armi alle finestre e alla porta; ma poi si sente il rumore di un catenaccio, la porta si apre, e i partigiani Erven e Argo si precipitano all'interno e bloccano il carabiniere che aveva aperto. Subito dopo si impossessano di un mitragliatore spianato fra altri due sacchi di terra, che è preso da Argo dietro indicazione di Erven; quindi intimano "mani in alto" al brigadiere apparso in quel momento, il quale non si aspettava i partigiani; il brigadiere, bloccato a sua volta, grida agli altri suoi uomini di arrendersi. Tutti i carabinieri si arrendono. Finita l'azione contro la caserma dei carabinieri un partigiano viene mandato ad avvertire Vittò del buon esito dell'azione stessa, mentre Erven provvede a radunare le pattuglie e le postazioni che erano state dislocate nei vari punti. I prigionieri di cui sopra partono dopo che gli uomini di Erven e di Vittò si sono di nuovo riuniti. Partiti i prigionieri con la pattuglia, sono circa 40-50 i partigiani che restano presso Pigna, con Vittò e con Erven, a poche decine di metri dal paese, a monte del paese stesso.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) -
Vol. I. La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà
giugno 1944, Editrice Liguria, Savona, 1976, ristampa del 2005 a
cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di
Imperia, pp. 297-298
11 agosto 1944 [...] Lungo la mulattiera del Torraggio,
nella zona di Passo Muratone, il 5° distaccamento della V Brigata
d'Assalto «L. Nuvoloni» impegna i Tedeschi, i quali rispondono con
raffiche di mitragliatore; un partigiano rimane ferito; i Tedeschi
contano alcuni morti.
Un distaccamento della V Brigata, comandato da Vittorio Guglielmo [
Ivano, Vitò]
e composto da soli trentadue uomini con due mitragliatori ed una
mitragliatrice, con una brillante azione attacca circa duecento Tedeschi
diretti in Francia dopo aver razziato il giorno precedente bestie e
viveri ai pastori della zona di Marta. Dopo un breve combattimento i
Tedeschi riescono a salvarsi con la fuga, abbandonando l'intero bottino.
Il nostro distaccamento riesce così a recuperare 15 muli carichi di
viveri e munizioni e 55 mucche che saranno restituite ai proprietari.
Inoltre, si recuperano 50 fucili ta-pum, 25 mitra, 23 parabelli, 4
mitragliatori, 2 mitraglie ed armi varie.
Carlo Rubaudo,
Storia della Resistenza Imperiese (I Zona Liguria) - Vol. II. Da giugno ad agosto 1944, edito a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia, Imperia, Dominici Editore, 1992
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Pigna (IM), Località San Rocco, vicina a zona lago Pigo: ponte sul torrente Nervia della strada provinciale, poco a valle delle diramazioni per Buggio, Castelvittorio, Carmo Langan e valle Argentina
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A
Pigna (IM) vi erano molti carabinieri e finanzieri.
Pigna era una preoccupazione continua dei partigiani.
In paese vi era anche una caserma di nazifascisti [...]
Avevano armi che occorrevano ai partigiani.
Fu fatto un primo attacco alla caserma dei carabinieri. Il maresciallo che comandava la stazione era stato più volte invitato a non combattere i partigiani. Non si voleva arrendere. L'azione contro di loro era rischiosa.
Erven [n.d.r.: Bruno Luppi, già incarcerato nel 1935 a Modena per attività clandestina antifascista; iscritto al partito comunista clandestino a Sanremo (IM); ufficiale durante la guerra, partecipò, appena sfuggito alla cattura da parte dei tedeschi, il 10 settembre 1943 ai combattimenti di Porta San Paolo a Roma; riuscì a rientrare in provincia; da comandante del 16° distaccamento della V^ Brigata venne gravemente ferito il 27 giugno 1944 nella battaglia di Sella Carpe (tra Baiardo e Badalucco); mesi dopo, appena guarito, diventò vice commissario della I^ Zona Operativa Liguria]: "
È stata un'azione veramente rischiosa quella che abbiamo fatto a Pigna e che adesso non oserei rifare. Siamo scesi con Vitò a Pigna, a piedi. Era con noi tutto il gruppo di uomini del Comando della Goletta..."
Vitò con un gruppo dei più arditi si mise sulla strada che divide la caserma dei nazifascisti dal paese.
Lo scopo era quello di impedire ai soldati di intervenire durante l'attacco alla caserma dei carabinieri [...]
Erven,
Assalto,
Argo ed i partigiani di
Castelvittorio diedero l'assalto alla richiamata caserma. Puntarono tre mitragliatori, mentre più indietro un gruppo era pronto a proteggere un'eventuale ritirata.
I carabinieri avevano appostato un mitragliatore ad una finestra [...]
I patrioti riuscirono ad entrare, a neutralizzare l'azione di un piantone e a prendere il fucile mitragliatore.
Più che una lotta fu una conversazione animata e decisa.
In breve tempo tutti i carabinieri si erano arresi.
Il tempo stringeva. Pattuglie di fascisti erano per le strade. Dall'alto i partigiani spararono e li dispersero...
L'attacco alla caserma della finanza fu più complicato e più duro. In questa caserma erano giunti i fascisti delle pattuglie già bersagliate dai partigiani.
Si trincerarono e chiesero aiuto via telefono [...] i partigiani usarono un mortaio [...] il maresciallo non si voleva arrendere [...] infine si arrese con tutti i suoi uomini.
Dalle due caserme fu asportato tutto quanto poteva servire ai patrioti, armi, munizioni, viveri [...]
I prigionieri erano una dozzina di carabinieri ed una quindicina di finanzieri [...] tutti chiesero di arruolarsi tra i partigiani. Diedero in seguito prova di essere stati tra i migliori nostri combattenti.
don Ermando Micheletto *, La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di Domino nero Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975
* ... Don Micheletto per tutta la guerra si adoperò per i partigiani, generalmente in contatto con i gruppi di Vitò,
che accompagnò spesso nei loro spostamenti. Esplicherà la sua attività
specialmente nell'assistenza e per captare messaggi radio. Giovanni Strato, Op. cit.
Il presidio di carabinieri di stanza a Pigna passò ai partigiani il 27 agosto 1944 […] Prof. Francesco Biga in Atti del Convegno storico LE FORZE ARMATE NELLA RESISTENZA di
venerdì 14 maggio 2004, organizzato a Savona, Sala Consiliare della
Provincia, dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età
Contemporanea della provincia di Savona (a cura di Mario Lorenzo Paggi e
Fiorentina Lertora)
Gli ultimi giorni di agosto videro l'ulteriore intensificarsi dell'attività partigiana. Il 25 un gruppo di garibaldini, comandati da Fuoco [Marco Dino Rossi], minarono e fecero saltare il ponte degli Erici, isolando Pigna dalla parte bassa della valle del Nervia; in montagna venivano presidiati con forze cospicue i passaggi che potevano permettere al nemico di avvicinarsi al paese, ovviando all'interruzione stradale conseguente alla distruzione del ponte degli Erici. Negli ultimi giorni del mese di agosto il comandante della Divisione partigiana «F. Cascione», Nino Siccardi Curto, indirizzò una lettera al capitano comandante della milizia di Pigna chiedendo, a lui e ai suoi 40 uomini, di passare armi e bagagli dalla parte della Resistenza. Il Curto, successivamente, inviò un emissario per proporre e concordare la resa del presidio della G.N.R.; i contatti non arrivarono ad una conclusione e all'alba del 29 agosto i militi repubblichini abbandonarono il paese, permettendo alle forze della V^ Brigata d'assalto Garibaldi di occupare il paese senza che venisse versato sangue. Alle primissime luci del giorno gli abitanti di Pigna furono svegliati dallo scoppio di munizioni che i fascisti non riuscirono a trasportare a valle e che venivano distrutte per evitare che cadessero in mano nemica. Il paese era in mano ai partigiani; il comandante Vittò rimase a Langan, da dove coordinava i distaccamenti che difendevano in forze gli eventuali valichi da dove potevano arrivare le minacce del nemico; Monte Vetta, Passo Muratone, la Valletta, Colle Ardente, Gouta erano i principali punti di resistenza difesi dagli uomini di Vittò.
Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, ed. in pr., 2020