lunedì 29 giugno 2020

Nella notte tra il 14 e 15 febbraio 1945 i tedeschi... a Mentone

Fonte: Archivio francese SHAT (Service historique de l'armée de terre)


15 febbraio 1945 - I^ Armata Francese - Gruppo Alpino Sud 

Il capo-squadrone Gautier Malherbe comandante 1° gruppo  
Al Sig. colonnello comandante GAS (Gruppo Alpino-Sud)  

Ho l’onore di comunicare che nella notte tra il 14 e 15 febbraio [1945] da un gruppo nemico è stato tentato un colpo di mano al posto di comando del molo di Mentone. Alle 4 del mattino una imbarcazione con 4 uomini a bordo si è presentata all’entrata del porto.  
Alle intimazioni è stato risposto in francese “non sparate perché qui ci sono degli amici francesi”. Dato che da 5 notti erano attesi 4 agenti del S.R. [Services des Reinsegnements] la sentinella ha ordinato alla barca di accostare.
Il capo-posto, sergente capo Zerbini del 21°  B.V.E., si è avvicinato, ma è stato subito afferrato alla gola da 2 uomini [nemici] che erano nel frattempo sbarcati: con questi è caduto in mare ma é riuscito prima a dare l’ordine di sparare. Il risultato dello scontro è stato il seguente: 1 [nemico] ferito sulla barca, 1 [nemico fatto] prigioniero, 2 [nemici] dispersi, il sergente capo Zerbini indenne. L’imbarcazione è andata alla deriva nella notte con a bordo il ferito che rantolava. 
Questa mattina all’alba la barca è stata recuperata e sono stati scorti due corpi tra le acque. 
Alcuni nostri uomini  hanno provato a nuoto a recuperare i cadaveri. 
Si era trattato di un kommando della marina [tedesca] di Sanremo. Uomini che erano partiti alle 0.30 da Ventimiglia su due gommoni a propulsione posteriore con l’incarico di fare un prigioniero sul molo di Mentone e di distruggere il posto di guardia del fortino. Uno dei battelli aveva avuto una avaria durante il tragitto. Una vedetta veloce attendeva al largo. Tutto si è svolto normalmente [per loro] fino al brillante intervento del sergente capo Zerbini, in quanto i tedeschi avevano fatto una stima insufficiente dei nostri mezzi. Tre uomini, tra i quali l’ufficiale, si dovevano incaricare della cattura della sentinella francese, mentre il caporale, che è stato poi fatto prigioniero, doveva proteggeva l’operazione con un fucile automatico. Il rapporto dell’interrogatorio è stato trasmesso al Deuxième Bureau.
                                                                        firmato:  Gautier Malherbe

La barca di questi 4 tedeschi è stata fermata ed è stata effettuata la cattura di uno di loro grazie alla vigilanza ed all'attività del 21° Battaglione. Questo fatto conferma la qualità di questo battaglione e la fiducia, io credo, che possiamo riporre in esso. Io metto il prigioniero a disposizione della 44^ Brigata per gli interrogatori.
                                                               firma [?]: illeggibile

documento d'epoca (Archivio francese SHAT) rintracciato a cura di Giuseppe Mac Fiorucci, autore di "Gruppo Sbarchi Vallecrosia", ed. Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia < Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM) >, 2007 

Mentone: il fortino
 
Nel gennaio 1945 il 21/XV B.V.E. viene assegnato alla difesa del fronte mare, da Garavan a Cap Martin. L’azione consisteva nella sorveglianza della costa, nell'impedire sbarchi ed infiltrazioni e pattugliare i “carrugi” della città vecchia di Mentone. Nel tratto di mare prospiciente il fronte avvenivano dei collegamenti notturni tra la Resistenza italiana e gli Alleati. Nella notte tra il 14 e 15 febbraio 1945 i tedeschi, fingendo uno di questi collegamenti, tentarono di sbarcare informatori e prendere prigionieri. Alla testa del molo del porto di Mentone era stata ricavata una postazione e da questa, verso le 3 del mattino, una sentinella avvertì dei movimenti e diede l’allarme. Vennero fatte le intimazioni regolamentari alle quali veniva correttamente replicato in buon francese. Il battello, seguendo gli ordini ricevuti, accostò al lato interno del molo. Il maresciallo Michele Zerbini, comandante della postazione, si sporse per agguantare la cima ma venne strattonato e gettato in mare e, nonostante l’equipaggiamento, le sue ottime doti di nuotatore (era genovese) gli permisero di riemergere e a sua volta di trascinare in mare un tedesco. Contemporaneamente ordinava di aprire il fuoco nonostante si trovasse sulla linea di tiro. Dalla postazione il tiratore del F.M., basandosi sulle sue urla, individuava nel buio gli aggressori e con una sola raffica li neutralizzava. Nella mattinata recuperarono l’imbarcazione tedesca con tre morti a bordo e della pattuglia tedesca sopravvisse solamente l’ufficiale di marina trascinato in acqua da Zerbini. L’operazione venne citata nel bollettino di guerra e il maresciallo Zerbini venne decorato con la “Croix De Guerre”.
Giuseppe Calò, Il 21/XV Bataillon Volontaires Etrangérs, in Storia Militare n. 141, giugno 2005

9/9/1944
[...] Dal mare la nave da guerra, che in quei minuti di ansia avevo quasi dimenticato, spara la prima bordata, scuotendo l'intera vallata di Mentone.
Proiettili di grosso calibro, solcando l'aria sopra di noi, vanno ad esplodere sulle trincee dove il nemico pochi istanti prima attendeva in silenzio.
Alla prima detonazione ne seguiva una seconda, pezzi di roccia e schegge infuocate rotolavano fino a noi, per venti minuti un bombardamento senza respiro martellava quelle postazioni che, poco dopo, avremmo dovuto occupare. [...] Distesi a terra guardiamo il capitano con il telefono in mano che dirige il tiro dell'artiglieria, poi ad un tratto dal mare cessano di sparare. Il primo attacco condotto dall'esercito canadese alla frontiera di Mentone, dove i Tedeschi ripiegando si erano trincerati, poteva dirsi portato a termine con la partecipazione dei garibaldini italiani.
Si era così realizzato quel sogno da molto tempo atteso: in uno scontro diretto la nostra prima vittoria contro un nemico che fino a quel momento non ci aveva dato pace.
Il mattino seguente saprò, dal mio comandante ancora emozionato, che durante l'attacco il capitano, entusiasta del nostro comportamento, aveva annunciato al centralino da campo di Castellar che i garibaldini italiani in quel momento stavano rastrellando la cima del monte.
Durante quella notte ero rimasto nella postazione conquistata in compagnia di due soldati canadesi; sopra di noi si sentivano fischiare i proiettili delle artiglierie dei due eserciti opposti, mentre nel fondo valle si vedevano i bagliori delle esplosioni. [...]
Giorgio Lavagna (Tigre), Dall'Arroscia alla Provenza - Fazzoletti Garibaldini nella Resistenza, Isrecim - ed. Cav. A. Dominici - Oneglia - Imperia, 1982

A settembre 1944 Giorgio Lavagna ed il suo gruppo vennero arruolati nella FSSF, First Special Service Force (chiamata anche The Devil's Brigade, The Black Devils, The Black Devils' Brigade, Freddie's Freighters), reparto d'elite statunitense-canadese di commando, impiegato anche nella Operazione Dragoon nel sud della Francia, tuttavia sciolto nel dicembre 1944; a questa data, per non farsi internare, i mentovati ex garibaldini furono costretti ad immatricolarsi nel 21/XV Bataillon Volontaires Etrangérs francese.  Adriano Maini