Riassumendo: il rastrellamento continua incalzante. Il distaccamento di «Barba» arretra dal monte Vetta. Una pattuglia del 5° distaccamento, armata di due fucili mitragliatori, è inviata in direzione di Castelvittorio per accertare lo stato delle cose, i movimenti nemici e appoggiare eventuali formazioni che già combattono.
Osvaldo Contestabile, La Libera Repubblica di Pigna, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 1985
Il 9 ottobre 1944 Pigna era saldamente in mano ai tedeschi. Uno dei protagonisti della ritirata partigiana, Giovanni Rebaudo (Janò/Monaco), così racconta quei giorni:
"Visto
che l'operazione di rastrellamento si stava estendendo su tutto il
territorio dell'imperiese, tra gli altri, venne dato l'ordine al terzo
distaccamento (V brigata) di ripiegare gradatamente verso le alture
piemontesi, anche per convincere i nemici di avere sgominato le bande.
Dopo diversi giorni di marcia in diverse tappe, passando per Cima Marta,
Gerbonte, Castagna, Monte Pellegrino, si arrivò a Viozene. Sperando di
fermarci qui, requisimmo come nostri accantonamenti tutti i fienili.
Ventiquattro ore dopo, mentre si attendevano notizie precise, giunse
Vittò, comandante la V brigata Nuvoloni, e si mise a capo della nostra
colonna che si incamminò per l'altura verso il Passo del Bocchin d'Aseo
sul Mongioie. Sapemmo così che la nostra meta era Fontane, un paese
nella provincia di Cuneo, nell'alta Val Corsaglia. Giunti quasi al passo
ci fermammo un paio d'ore per riposare mentre si decise il servizio di
guardia e chi doveva rimanere al passo per proteggere la marcia della V
Brigata verso Fontane. A mezzanotte la marcia riprese e il grosso
raggiunse il paese verso l'alba. Al passo rimasero Vittò, Janò capo
squadra, Domenico Siboldi (Spada), Antonio Allavena (Cuma), Emilio
Arizzi (Penna), Giovanni Bonatesta (Vencu) e Silvio Lodi (Bersagliere),
armati di due mitragliatori, oltre alle armi individuali. Allo spuntare
dell'aurora, dopo una notte calma ma non fredda, si vide in lontananza,
in fondovalle, il movimento di una colonna che ripercorreva la stessa
strada fatta da noi la sera prima; erano i nostri del Comando Divisione e
della I brigata, già accampati a Upega e a Carnino. Li guidava Curto [Nino Siccardi]. Quando
giunsero al passo, potemmo notare che erano reduci da una lotta e si
visse un momento di commozione quando Curto, nella sua figura imponente,
con il vestito di tweed strappato e sporco di sangue, si buttò nelle
braccia di Vittò singhiozzando e poi quando ci disse che erano morti
Cion, Giulio, De Marchi [...]."
Giorgio Caudano, Pigna. Storia di un paese, ed. in pr., 2016
n.d.r.: altri lavori di Giorgio Caudano: Giorgio Caudano (con Paolo Veziano), Dietro le linee nemiche. La guerra delle spie al confine italo-francese 1944-1945, Regione Liguria - Consiglio Regionale, IsrecIm, Fusta editore, 2024; Giorgio Caudano, L'immagine ritrovata. Ventimiglia e dintorni nei dipinti dell'Ottocento e primo Novecento, Alzani Editore, 2021; Marco Cassini e Giorgio Caudano, Bordighera al tempo di Bicknell e Monet, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2021; a cura di Paolo Veziano con il contributo di Giorgio Caudano e di Graziano Mamone, La libera Repubblica di Pigna. Parentesi di democrazia (29 agosto 1944 - 8 ottobre 1944), Comune di Pigna, IsrecIm, Fusta Editore, 2020; Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I Caduti della Lotta di Liberazione nella I^ Zona Operativa Liguria, ed. in pr., 2020; Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019; Silvia Alborno, Gisella Merello, Marco Farotto, Marco Cassini, Giorgio Caudano, Franck Vigliani, curatori della mostra Claude Monet, ritorno in Riviera, catalogo a cura di Aldo Herlaut, Silvana Editoriale, Milano 2019; La Magnifica Invenzione. I pionieri della fotografia in Val Nervia 1865-1925, a cura di Marco Cassini e Giorgio Caudano, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera, 2016
La
zona che si stende dal confine francese a Pigna e che scende a
Castelvittorio-Buggio-Carmo Langan, alle ore 22 dell'8 ottobre 1944 non è
più sotto il controllo garibaldino; della situazione viene confermato
con un messaggio anche il 3° battaglione della IV brigata e l'8°
distaccamento di "Gori" [comandante "Gori", Domenico Simi] della V
brigata, ritornato nella zona di Beusi a monte di Taggia.
Dopo
monte Vetta è perduto il passo Muratone; il distaccamento comando della V
brigata è obbligato a indietreggiare da Carmo Langan e a ritirarsi su
Triora. Il Comando brigata si prefigge, nell'eventualità di una
ritirata, di seguire la direttrice Triora-Piaggia per raggiungere il
Comando divisione.
Il distaccamento di "Moscone" [comandante
"Moscone", Basilio Mosconi] che si trovava a Cima Marta per proteggere
Pigna dal lato di Briga e che, esaurito il suo compito, attendeva ordini
precisi, alle 11 del giorno 9 è messo in allarme dalle vedette: una
colonna tedesca sale da Briga, il distaccamento si mette in postazione e
l'attacca con raffiche di mitraglia per rallentare la marcia e
permettere alla colonna dei muli diretta a Bregalla di guadagnare
terreno e mettersi al riparo. Gli acquazzoni si susseguono incessanti
per tutta la giornata e i garibaldini sono bagnati fino alle ossa;
camminano stanchi e taciturni, quasi abbiano paura di parlare. Bregalla è
raggiunta nelle prime ore della notte e gli uomini cercano riposo nei
casoni presso monte Castagna insieme a un gruppo del distaccamento di
"Lilli", confortati dalle castagne bollite, in attesa dell'alba.
Il distaccamento di "Doria" ["Fragola Doria", Armando Izzo],
giunto a Croce di Campo Agostino al crepuscolo del giorno 8 sotto una
pioggia insistente, non può fermarsi perché il nemico incalza. Il
distaccamento marcia lento, disposto in fila indiana quando, oltre Croce
di Campo Agostino, viene affrontato da un'intera compagnia tedesca: si
accende una sparatoria, la sorpresa annulla la difesa. I garibaldini a
stento si ritirano verso la Madonna del Passaggio. "Doria", colpito ad
una gamba, rotola per una scarpata tra i cespugli ma riesce a salvarsi e
a raggiungere la fonte Provenziale.
Il giorno dopo, all'imbrunire, è
a Prearba dove sfugge miracolosamente ancora ai tedeschi. Rintracciato e
aiutato da due partigiani in perlustrazione, raggiunge Ciabaudo
ricevendovi premurosa assistenza dai contadini del luogo. Dispiegando
nel modo più poderoso le loro forze i Tedeschi tentano il 9 di ottobre
di stringere in una morsa inesorabile le forze partigiane della V
brigata, manovra che, per l'abilità dei comandi garibaldini, non riesce.
Circa 400 Tedeschi si piazzano a Collardente e 300 nella zona di
Pigna; altre truppe con cannoni aprono il fuoco su Buggio nel tentativo
di annientare reparti del 4° distaccamento posto a difesa della zona.
Oltre
200 Tedeschi si dispongono in offensiva nella zona di Graj. Si delinea
il grave pericolo dello sbarramento della via di ritirata
Triora-Piaggia.
Il comandante "Vittò" [anche "Ivano", Giuseppe Vittorio Guglielmo]
col suo Stato maggiore cerca di studiare un nuovo schieramento facendo
perno su Triora con utilizzazione del 3° del 1°, e di metà del 5°
distaccamento, in posizione nella zona sopra Bregalla; il 2°, il 6° e il
distaccamento comando sono già a Triora da dove cercano di richiamare
l'8° distaccamento di "Gori".
Informata dalla situazione, la I
brigata pone vigilanza alla strada che da Collardente porta alla
galleria del Garezzo ove sono già in perlustrazione pattuglie avanzate
tedesche.
Il distaccamento di Gino Napolitano
(Gino) che, trovatosi imbottigliato da sud-ovest del monte Ceppo, si
era portato a Baiardo, di lì a Carmo-Langan e poi a Buggio, subìto lo
sbandamento riesce a riordinarsi a Triora insieme a gli altri reparti.
Nei giorni 10 e 11 la calma si ristabilisce. Il nemico sembra
abbia subito una battuta d'arresto; sembra stia ordinando le proprie
fila, preparando nuovi piani d'attacco. Le perdite garibaldine sono
gravi, molti gli sbandati e le armi perdute.
Durante questa tregua
il distaccamento di "Gino" ritorna a Carmo Langan con lo scopo di
proteggere il ripiegamento della brigata da un eventuale pericolo di
sorpresa. Il lavoro dei commissari, provvisoriamente interrotto, viene
riattivato a Triora; si curano i migliori elementi per porli candidati
ai tre battaglioni della brigata in via di ricostituzione.
In questo
precario periodo di vita della V brigata i garibaldini hanno dimostrato
grande compattezza e massimo affiatamento coi Comandi; ciò verrà
confermato nei giorni seguenti con l'ulteriore spostamento a Piaggia,
poi a Carnino e infine a Fontane in Piemonte.
[...] Intanto il
distaccamento di "Franco" raggiunge Piaggia il 12 assieme ad una
quindicina di garibaldini di "Leo". Da Ventimiglia giungono notizie che i
Tedeschi stanno risalendo la valle Roja in forze, lasciando sulla costa
solo elementi della marina, mentre a Oneglia pattuglie formate da
nazisti e brigate nere partono per perlustrare le strade che danno
accesso alle vallate.
La situazione diviene nuovamente critica.
I
Tedeschi, distruggendo e incendiando case e fienili per la campagna,
compaiano nei dintorni di Triora e la banda locale di Molini si sbanda.
Anche
la IV brigata si prepara al peggio: il 7° distaccamento di "Veloce" si
tiene pronto a partire per spostarsi sotto monte Ceppo sperando di
venirsi a trovare alle spalle dello schieramento nemico, qualora questi
operasse verso sud in valle Argentina; nella notte sotto il monte
giungono garibaldini sbandati del distaccamento di "Gino" attaccato in
mattinata a Langan. Molini è investita da colonne di nazifascisti che
riprendono l'offensiva il mattino del 13.
Le prime raffiche
prolungate si odono di fronte all'accampamento del distaccamento di
"Moscone"; colonne di fumo s'innalzano dai tetti delle case di campagna
in località Goletta, il nemico dà fuoco a tutto quello che scorge,
compresa la casa ove era stato posto il Comando della V brigata.
Il
distaccamento riesce a prendere posizione sul monte Castagna e a
rimanervi per quatto ore. Al tramonto, ricevuto l'ordine da "Vittò" di
spostarsi, dopo una marcia notturna sotto lo scrosciare incessante della
pioggia e per sentieri invisibili ed infangati, raggiunge il paese di
Piaggia sul fare dell'alba.
Francesco Biga, Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona
Liguria), Vol. III. La Resistenza nella provincia di Imperia da
settembre a fine anno 1944, a cura dell'Amministrazione Provinciale di Imperia e con il patrocinio dell'Istituto Storico della Resistenza di Imperia, Milanostampa Editore, Farigliano, 1977