Giorgio Caudano, Gli eroi sono tutti giovani e belli. I caduti della Lotta di Liberazione. I^ Zona Liguria, ed. in pr., 2020
[...] [Baiardo] visse l’esperienza della guerra di liberazione con diversi scontri tra Tedeschi e partigiani. Il primo avvenne il 14 agosto 1944 quando un gruppo di partigiani attaccò alcuni soldati tedeschi nei pressi dell’Asilo infantile del paese, dove i nazisti uccisero con raffiche di mitra i tre resistenti Gino Amici, Alfredo Blengino e Nino Agnese (Marco), mentre Mario Laura rimase ferito alle gambe.
Il 2 settembre successivo due uomini del 2° distaccamento della V Brigata comandata da Vittorio Guglielmo (Vittò) aprirono il fuoco contro una pattuglia di trenta Tedeschi nelle vicinanze del cimitero del paese uccidendone otto e facendone uno prigioniero. Per fronteggiare l’attesa reazione nazifascista, alle tre del mattino del 5 settembre una squadra composta dai garibaldini Piero Bernocchi, Francesco Sappia e altri si piazzarono con due pesanti mitragliatrici «Fiat» nella parte sud di Baiardo, mentre un altro mitragliatore e uno sputafuoco furono posizionati nei pressi per proteggere la strada proveniente da Apricale e controllare quella proveniente da San Romolo e da Ceriana. Alle 7,30 circa del mattino una colonna di Tedeschi venne investita dal fuoco delle postazioni garibaldine, che uccisero sei nazisti, mentre altri caddero sulla strada di San Romolo e di Ceriana.
Dopo aver appreso che i Tedeschi stavano ormai rientrando a Baiardo attraverso il passo del cimitero al bivio delle strade provenienti da Monte Bignone, Ceriana e Badalucco, i garibaldini che avevano preso parte all’operazione contro la colonna tedesca, smontarono le armi e si ritirarono in ordine nei boschi di Castelvittorio in località Marixe. L’8 settembre la zona di Baiardo venne nuovamente interessata da una perlustrazione di nazifascisti, che, nei pressi dell’abitato fucilarono il garibaldino baiardese Mario Tamagno (Bastone). Pochi giorni dopo il paese fu selvaggiamente saccheggiato da un gruppo di brigatisti neri, i quali catturarono anche una cinquantina di ostaggi, che furono condotti a Sanremo e poi però rilasciati.
All’alba del 25 settembre 1944 una formazione di settanta fascisti marciò verso il cimitero di Baiardo entrando subito dopo nella strada provinciale del paese, mentre altri gruppi di Tedeschi accerchiarono il borgo istituendo posti di blocco a Berzi e in altre località per impedire tentativi di fuga di civili o partigiani verso i boschi circostanti. Nel corso delle ore successive il segretario politico del Fascio di Sanremo Angelo Mangano, imbaldanzito per l’assenza di partigiani in paese, ordinò ai suoi uomini di distruggere la casa che ricoverava i partigiani con una puntata offensiva durante la quale venne ucciso il giovanissimo partigiano di Vallebona detto «Rebaudo». Sempre nel mese di settembre il Comando della V Brigata diffuse presso i contadini di Baiardo un manifesto con cui si esaltava il loro contributo alla causa della Resistenza e li si spronava a continuare la loro lotta contro i nazifascisti in attesa dell’ora della liberazione ormai imminente.
Le drammatiche conseguenze del conflitto si fecero purtroppo sentire anche nei mesi finali della guerra, e in particolare dal 20 dicembre 1944 al 25 aprile 1945, quando un gruppo di bersaglieri fascisti della «9ª Compagnia della Morte» iniziò ad usare violenza, spargere terrore, assassinare e torturare civili inermi, oltre ad irrompere nelle case portando via tutto quello che trovavano, effettuare prelievi notturni, tenere interrogatori forzati e compiere sevizie efferate contro chiunque fosse stato accusato di aver aiutato i partigiani. Un giorno i suddetti fascisti arrestarono i baiardesi Luigi, Silvio, Mauro e Giobatta Laura, che furono fucilati a Sanremo dai nazifascisti il 24 gennaio 1945. Acquartieratisi nell’albergo «Miramonti», i bersaglieri fascisti operarono scassi e furti, rapinarono le scorte alimentari, seviziarono diverse donne e numerosi uomini del paese, mentre il 10 marzo del ’45, dopo aver catturato nel corso di un rastrellamento i garibaldini Gaetano Cervetto e Matteo Perugini, li legarono per due giorni ad un palo sottoponendoli ad ogni sorta di torture e sevizie, e infine li fucilarono nel cimitero di Baiardo. Nel marzo ’45 venne anche ucciso il garibaldino Riccardo Vitali da parte di un milite fascista della 9ª Compagnia, che avrebbe tuttavia pagato caro i suoi crimini con la perdita di oltre un centinaio di bersaglieri fascisti tra morti, prigionieri e disertori [...]
Redazione, Baiardo nel racconto dello storico sanremese Andrea Gandolfo, Riviera24.it, 22 ottobre 2022
Ricordo il mio arrivo a Baiardo nella notte del 13 novembre [1944].
[...] Il ricordo di Baiardo è strettamente legato a lunghissime scarpinate dovute alle operazioni di pattugliamento che eseguivamo ogni giorno a largo raggio e che sapemmo, dopo la guerra, avere messo in profonda agitazione i nostri avversari, che non riuscivano a rendersi conto della nostra presenza per ogni dove.
Si trattava di pattuglie di un paio di squadre, e quindi piuttosto robuste, con un fucile mitragliatore come arma principale. Non avevamo mezzi di comunicazione con il Comando, per cui la pattuglia rimaneva praticamente isolata per tutto il tempo della missione e senza possibilità di ricevere rinforzi o appoggio in caso di cattivi incontri. In questa attività abbiamo percorso non so quante ore di cammino raggiungendo il Monte Bignone, Perinaldo e tante altre località delle alture sopra San Remo.
[...] Piccole pattuglie scendevano a Ceriana per mantenere i rapporti con il Comando di battaglione, portare nostre notizie e recuperare la posta a noi destinata.
La Quinta non fu mai attaccata e il suo soggiorno a Baiardo si svolse tranquillo.
Nell'ultimo giorno della nostra permanenza fui impegnato con altri in una vera sfacchinata. Ricevemmo l'ordine di scendere a Ceriana per ritirare munizioni per il trasferimento al fronte e per consentire il cambio con la compagnia di Buratti, che ci avrebbe dovuto sostituire. A Ceriana dovemmo caricare non ricordo bene quali armamentari che rammento solo pesantissimi, sistemare il tutto sui muli, recuperare Duranti ed altri "imboscati" al Comando di battaglione e poi riprendere la strada per Baiardo. La strada saliva per ampi tornanti in mezzo ai boschi e, secondo le buone regole militari, una avanguardia, una retroguardia e dei fiancheggiatori avrebbero dovuto garantire la sicurezza del trasferimento.
Noi però preferimmo, per accelerare la marcia, tagliare tutti i tornanti in modo da rendere più rapida e meno lunga la passeggiata.
Andò a finire che un gruppetto di noi, fra i quali c'erano, oltre al sottoscritto, Duranti, Cordani ed altri, andò ad imbattersi in partigiani appostati lungo la strada. Ci trovammo gli uni di fronte agli altri improvvisamente e con grande reciproca sorpresa. Ricordo uno di questi, appostato per terra ad una decina di metri da noi, che rimase facile bersaglio prima di Duranti, il cui moschetto si inceppò, e poi di Cordani che pure sparò, ma senza successo ed infine del sottoscritto che non ebbe il tempo di sistemare a terra il suo Skoda in quanto l'avversario si era dileguato a grande velocità.
I colpi sparati misero in allarme la pattuglia: l'episodio si esaurì così con un po' di trambusto e senza danno per nessuno. Intanto muli, bersaglieri, armamentari vari avevano raggiunto Baiardo e ci preparammo a partire per l'agognato fronte.
Il Comando pensò bene di precettare tutti i possessori di muli del paese per il trasporto dei nostri carichi. Si formò così una strana colonna di militari, borghesi, donne e ragazzi e così partimmo per il fronte. Fatte le debite consegne ai bersaglieri della Nona, che ci dovevano sostituire, incominciamnmo a scendere da Baiardo verso Camporosso.
Antonio Ferrario in Umberto Maria Bottino, I nostri giorni cremisi (1943-1995), Attilio Negri srl, Rozzano (MI), 1995
La
V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione" venne fatta oggetto nei
primi giorni di settembre 1944, nella zona di Baiardo (IM), di un mal
riuscito tentativo di rastrellamento da parte nazi-fascista. Il
4 settembre 1944 nei pressi del cimitero del paese le sentinelle garibaldine
avvistarono un gruppo di nemici che si avvicinavano e, aperto il fuoco,
causarono otto morti ed un ferito. "Il caso volle che il prigioniero
ferito fosse un polacco, il quale informò i partigiani che il sergente
tedesco comandante della pattuglia, roso dall'ira per la sconfitta
subita, aveva svelato il piano nemico: l'indomani cinquanta tedeschi
sarebbero giunti a Baiardo per sloggiare i banditi" (Francesco Biga, Storia della Resistenza imperiese, Vol. III: Da agosto a dicembre 1944, a cura Amministrazione Provinciale di Imperia e con patrocinio IsrecIm, Milanostampa Editore - Farigliano, 1977). Questa
preziosa informazione eliminò il fattore sorpresa a vantaggio degli
attaccanti, in quanto i garibaldini poterono organizzare la difesa del
paese sotto gli ordini di "Vitò" ["Ivano", Giuseppe Vittorio Guglielmo,
da luglio 1944 comandante della V^ Brigata Garibaldi "Luigi Nuvoloni" e
dal 19 Dicembre 1944 comandante della II^ Divisione "Felice Cascione"] e
di "Gino".
Alle 6 del mattino i tedeschi attaccarono da tre direttrici: "la prima proveniente da Badalucco-Ceriana, la seconda da San Romolo-Monte Bignone, la terza da Isolabona-Apricale" (Francesco Biga, Op. cit.). I
partigiani con il loro ampio raggio di fuoco impedirono l'avanzata dei
tedeschi e successivamente si sganciarono verso Monte Ceppo in modo da
essere fuori dalla portata del tiro dei mortai nemici.Contemporaneamente i garibaldini di Pigna (IM) puntarono la loro
mitragliatrice pesante in direzione del trivio di accesso a Baiardo e
bloccarono in questo modo i nazisti. Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un
saggio di regestazione della documentazione inedita dell'Istituto
Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia (1
gennaio - 30 Aprile 1945) - Tomo I, Tesi di Laurea, Università
degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999
Un
piccolo gruppo al comando di Marco Bianchi (Beretta), comandante del IX
distaccamento della IV brigata, era posizionato lungo la strada che da
Badalucco, costeggiando la Madonna della Neve, porta a Ciabaudo in Valle
Oxentina. Dopo aver trascorso la notte con l'incarico di proteggere il
resto del distaccamento posizionato qualche chilometro più a monte, alle
prime luci dell’alba il piccolo gruppo si preparava a ritornare alla
base. All’improvviso venivano assaliti da un gruppo della GNR in
perlustrazione. Subito l’aria veniva solcata da numerose raffiche
sparate da ambedue le parti. Marco Bianchi rimaneva gravemente ferito
all’addome. Il suo compagno Enzo Magro se lo caricava sulle spalle e con
i suoi compagni riusciva a disimpegnarsi. Bianchi morì circa una
settimana dopo, il 14 gennaio 1945, a San Bernardo di Badalucco.
Giorgio Caudano, Op. cit.
Il 17 gennaio 1945 iniziarono altri rastrellamenti dei nazifascisti contro i partigiani della I^ Zona Operativa Liguria.
Avanzarono
per primi contro i patrioti della V^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Luigi
Nuvoloni" della II^ Divisione "Felice Cascione", attestati nella zona
di Vignai, Frazione di Baiardo (IM), e Ciabaudo, Frazione di Badalucco
(IM), i granatieri di stanza a Molini di Triora (IM), con una colonna,
in direzione delle località San Faustino e Tumena.
I nemici dei
presidi di Montalto Ligure [n.d.r.: oggi comune di Montalto Carpasio
(IM)] e di Badalucco cercarono di effettuare l'accerchiamento in
località Pellera.
Un terza colonna partita da Ceriana (IM) si
congiunse a Vignai con i tedeschi del presidio di Baiardo (IM): in parte
si diressero verso San Bernardino e Monte Ceppo.
Caddero in
combattimento durante questo rastrellamento a Ciabaudo i garibaldini
della Brigata "Elsio Guarrini" della II^ Divisione Antonio De Santis
(Marco), nato a Napoli il 12 marzo 1921, già tenente del Regio Esercito,
ed Emilia Rosso (Irma), nata a Ceriana, il 26 gennaio 1926. Nella zona
di San Bernardino vennero uccisi altri 2 garibaldini e "due signorine
che si accompagnavano con loro".
[...] Il grave momento vissuto
dalla IV^ Brigata d'Assalto Garibaldi "Elsio Guarrini" della II^
Divisione "Felice Cascione" risulta evidente nello scritto di Venko del
19 gennaio 1945, indirizzato al Comando Divisionale.
Il Comando
Divisionale prese nei giorni successivi la decisione di intitolare il I°
Battaglione della IV^ Brigata a Carlo Montagna (Milan) e l'ex
Distaccamento "Italia" ad Angelo Perrone (Bancarà).
Il 29 gennaio rese noto il nuovo organico direttivo della stessa Brigata.
Rocco Fava, Op. cit. - Tomo I
Francesco Biga, (con la collaborazione di Osvaldo Contestabile), Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria), Vol. IV. Da Gennaio 1945 alla Liberazione, 2005, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2005
Durante la notte del 9 febbraio 1945 una colonna, formata da soldati tedeschi, bersaglieri repubblichini e militari delle Brigate Nere,
"guidati dietro informazioni e con la presenza di un ragazzo
quattordicenne precedentemente catturato dai bersaglieri di Bajardo",
circondò il paese di Argallo, sorprendendo nel sonno, in casa di una
donna di nome Olga, cinque garibaldini 'Martinetto' [Martino Blancardi di Bordighera], 'Chimica',
'Biondo', 'Ba' e 'Lucia'.
Solo il primo, Martinetto, riusciva a salvarsi.
Un altro partigiano, 'Masiero', veniva ucciso mentre si stava allontanando da una casa privata del paese.
Rocco Fava, Op. cit. - Tomo I
Nella notte del 9 febbraio 1945 elementi appartenenti a reparti della Brigata Nera,
Tedeschi e bersaglieri, circa centosessanta uomini, partiti da Baiardo
la sera precedente verso le ore 22, effettuano un rastrellamento nella
zona di Vignai-Argallo; rimane ucciso Mario Bini (Cufagna) del II°
Battaglione, e quattro altri partigiani vengono catturati: Chimica, Biondo, Bà, e Martinetto [Martino Blancardi di Bordighera] del I° Battaglione, compresa la staffetta Lucia.
Giorgio Caudano, Op. cit.
Amedeo Anfossi: nato a Sanremo il 27 novembre 1915, milite della GNR in
servizio presso il Comando Provinciale della GNR, compagnia di Sanremo
Interrogatorio
dell’8.6.1945: Mi sono arruolato nella GNR nel mese di febbraio del
1944 e dal Comando provinciale di Sanremo fui destinato in servizio a
Sanremo, prima a Villa al Verone e poi all’ex caserma dei carabinieri.
[...] Durante il mio servizio ho preso parte ai seguenti rastrellamenti.
Verso il 20 febbraio 1945, ho preso parte al rastrellamento effettuato
nella zona di Baiardo unitamente ad una quindicina di altri militi, un
reparto di bersaglieri, brigate nere e soldati tedeschi. Noi della GNR
eravamo al diretto comando del Tenente Salerno Giuseppe. Io ero adibito
al servizio di conducente di una carretta per il trasporto dei
rifornimenti. Il rastrellamento è durato circa 8 giorni [...]
Leonardo Sandri, Processo ai fascisti: una documentazione, Vol. 9 - Liguria: Imperia - Savona - La Spezia, StreetLib, Milano, 2019