venerdì 17 febbraio 2023

Si comunicano qui di seguito le ulteriori informazioni assunte in merito alla nota associazione sovversiva di Ventimiglia

Ventimiglia (IM): il centro urbano; in primo piano la stazione ferroviaria

Vengono qui di seguito pubblicati alcuni documenti di parte fascista che aiutano a comporre il quadro delle trame repubblichine che portarono a maggio 1944 agli arresti del gruppo Giovane Italia di Ventimiglia, al quale avevano aderito molti ferrovieri, il futuro ingegnere Elio Riello, il capitano Silvio Tomasi, già reduce della campagna di Russia, inoltre, membro del CLN di Bordighera, uomini del CLN di Bordighera, altri patrioti della zona intemelia. Di tutti i valorosi, che erano stati consegnati ai nazisti,  si salvarono dalla morte solo Elio Riello, Tommaso Frontero, Amedeo Mascioli, Aldo Biancheri ed Antonio Biancheri, pur reduci dai lager tedeschi. Il ferroviere Emilio Airaldi era, invece, già riuscito a fuggire dal treno della deportazione all'altezza di Bolzano. Giuseppe Palmero e Ettore Renacci furono fucilati a Fossoli nella tremenda strage - 12 luglio 1944 - del poligono di tiro del Cibeno, voluta per rappresaglia dagli sgherri del III Reich. Olimpio Muratore, Silvio Tomasi, Giovanni Garibaldi [o Stefano Garibaldi? L'indicazione viene da Carlo Rubaudo, Storia della Resistenza Imperiese. Vol. II], Alessandro Rubini, Eraldo Viale, Ernesto Lerzo e Pietro Trucchi morirono nel campo di Mauthausen.
Adriano Maini

COPIA CONFORME        -   SEGRETO
GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA     Ventimiglia, li 24/4/1944 XIII°
COMANDO SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA
Ventimiglia               n° 111/1867/5
OGGETTO segnalazione
[a] COMANDO LEGIONE POLIZIA FERROVIARIA  GENOVA
p.c. COMMISSARIO CAPO DELL'UFFICIO POLIZIA REPUBBL. STAZIONE FERROVIARIA  VENTIMIGLIA
Il giorno 23 andante, alle ore 15 circa, l'Alunno d'ordine in prova, abilitato al Movimento, della stazione di Ventimiglia,
                                       MURATORE Olimpio
di Pasquale e di Bonacchi Adelaide, nato il 9/12/1922 a Ventimiglia, ivi residente e domiciliato in Via Sottoconvento 16/3, avvicinava cautamente il dipendente Allievo Milite, di recente assunzione,
                                      CALVI Carlo
mentre questi prestava servizio di guardia al posto fisso n. 5 (posto di cintura vicino alla cabina degli A.C. di manovra) e, fidandosi dell'antica, reciproca amicizia, gli chiedeva notizie precise sulla quantità e sulla qualità delle armi in dotazione a questo Comando. Inoltre gli consegnava un nastrino di stoffa rettangolare formato su tre quadrati rispettivamente di colore rosso, bianco e verde e con la scritta sul quadrato centrale bianco "G.I." che potrebbe significare Gruppo Italiano Liberazione oppure Giovane Italia.
Detto nastrino l'Allievo Milite Calvi l'avrebbe dovuto applicare sotto il risvolto della punta destra del bavero della giubba, quale segno di riconoscimento.
L'Allievo Milite finse di annuire, riservandosi di fornire le informazioni richieste in prosieguo di tempo e domandò al Muratore il numero dei componenti l'associazione.
Il Muratore, premettendo che le informazioni riguardanti l'armamento in dotazione alla Milizia Ferroviaria interessavano un certo Cherubini, non meglio indicato, soggiunse che il numero dei componenti l'associazione si aggirava sulla quarantina circa; ed invitava il Calvi a procurare dei nuovi aderenti.
Il Muratore Olimpio era già iscritto alle organizzazioni del P.N.F. con tessera 213467 dell'anno XIX°. Egli in questi ultimi tempi con il suo modo di fare aveva attirato su di sé l'attenzione di questo Comando, per il comportamento apparentemente ostile al Governo Repubblicano, attraverso manifestazioni sporadiche non gravi le quali potevano attribuirsi anche a temperamento difettoso suo personale se non fossero state accompagnate dall'azione che ci occupa.
Un suo fratello di nome Francesco è pure impiegato presso questa stazione con la qualifica di Alunno in prova ma la condotta di questi risulta ineccepibile sotto ogni riguardo a meno che non si tratti di intelligente atteggiamento.
Giova ricordare che il Muratore Olimpio, poco dopo l'infausta data dell'8 settembre u.s., pregò l'amico Calvi, ora nostro Legionario, di rintracciare delle armi e delle munizioni che, a tempo opportuno, avrebbero dovuto servire contro i fascisti.
Stando così le cose, valutata l'importanza delle cose, in collaborazione con il Commissario Capo della Polizia Repubblicana del posto, allo scopo di poter addivenire alla scoperta dell'associazione che ci occupa, dei suoi fini precisi e delle persone che la compongono, d'accordo col predetto funzionario, è stato interessato l'Allievo Milite Calvi di assecondare il Muratore fornendo dei dati ipotetici e cercando di insinuarsi nell'organizzazione onde scoprirne le trame dall'esito delle quali poi ne deriverà la conseguente azione repressiva.
Nel riservarmi di segnalare l'esito dell'operazione prego codesta superiore Sede voler ratificare la decisione presa circa l'impiego dell'Allievo Milite Calvi nell'operazione in corso.
IL COMANDANTE LA SEZIONE (Capitano Giovanni Gozzi)
Documento in Archivio di Stato di Genova; ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo (IM) 

COPIA CONFORME        -   SEGRETO
GUARDIA NAZIONALE REPUBBLICANA     Ventimiglia, li 11/5/1944 XIII°
COMANDO SEZIONE POLIZIA FERROVIARIA
Ventimiglia               n° 111/9/5
OGGETTO segnalazione
[a] COMANDO LEGIONE POLIZIA FERROVIARIA  GENOVA
p.c. COMANDO PROVINCIALE GUARDIA NAZ.LE  IMPERIA
p.c. COMMISSARIO CAPO DELL'UFFICIO POLIZIA REPUBBL. STAZIONE FERROVIARIA  VENTIMIGLIA
A seguito delle precedenti segnalazioni fatte con le note n° 111/1867/5 in data 26 scorso mese e n° 111/8/5 del 3 corr. si comunicano qui di seguito le ulteriori informazioni assunte in merito alla nota associazione sovversiva di Ventimiglia:
Capo zona del territorio di Ventimiglia è un ex ufficiale dell'89° Reggimento Fanteria del disciolto R. Esercito, certo Tommasi [Silvio Tomasi], da cui il Muratore Olimpio prende le direttive.
Sono a Ventimiglia Cinque o 6 individui sbarcati da un sommergibile nei pressi di Genova i quali sono a contatto col Tommasi.
In questi giorni nei pressi di San Remo doveva avvenire un lancio da parte di apparecchi nemici di armi e denaro per la G.I., ma in seguito ad una probabile delazione gli individui che dovevano ricevere oil materuiale sono stati arrestati. La Polizia non è però in possesso di prove sufficienti ed i suddetti elementi verranno certamente rilasciati.
L'azione è stata così rinviata e gli elementi sostituiti.
Occorre ora un po' di tempo per riorganizzare l'azione.
Un certo Riello esercente una tabaccheria in Via Cavour è incaricato insieme ad altri di organizzare il governo del territorio di Ventimiglia e di assicurare il rifornimento di viveri alla popolazione. I suddetti individui hanno un ordine scritto che vieta tassativamente il saccheggio dei negozi anche di quelli appartenenti a fascisti.
Uno degli scopi principali degli organizzatori di Ventimiglia è quello di prendere possesso della ferrovia.
Agli affiliati saranno distribuiti dei bracciali di riconoscimento. Essi fanno affidamento sulle masse di ferrovieri che sebbene non affiliati alla G.I. per la loro nota avversione al Regime si schiereranno certamente dalla loro parte.
Al momento dell'azione verrà subito disarmata la polizia ferroviaria e diversi elementi di provata fede fascista saranno eliminati o messi nella impossibilità di nuocere. Fra questi si fanno i nomi dei Brigadieri Ghio e Tripodi e di un certo Raimondo ora non più appartenente alla Polizia Ferroviaria.
Dell'ordine pubblico saranno incaricati i Carabinieri di cui molti sarebbero affiliati alla G.I.
Quanto sopra è stato confidato dall'Alunno d'ordine Muratore Olimpio al nostro informatore Allievo Milite Maccario Ernani.
Il Maggiore Balocco di cui è cenno nella nota n° 111/8/5 del 3 corrente risulterebbe ora residente a Cuneo ove riceve direttive da Torino.
IL COMANDANTE LA SEZIONE (Capitano Restituto Aprosio)
Documento in Archivio di Stato di Genova; ricerca di Paolo Bianchi di Sanremo (IM)

Ventimiglia
Fu qui significativa la presenza di un gruppo cospirativo di ferrovieri antifascisti. Scoperti nella primavera del 1944, molti furono arrestati e deportati. Notevole fu anche la presenza di gruppi di giovani datisi alla macchia che ben presto si unirono a distaccamenti di bande partigiane giunte dalle zone più orientali della Provincia.
Paolo Revelli, La seconda guerra mondiale nell'estremo ponente ligure, Atene Edizioni, Arma di Taggia (IM), 2012