Nell'autunno del 1943 ricevetti la cartolina di arruolamento
nell'esercito della RSI. Proprio non mi andava di fare una guerra che si
rivelava sempre più sbagliata.
Mi nascosi - io di Vallecrosia (IM) - in una casa di amici di famiglia a
Rocchetta Nervina [(IM), in Val Nervia], dove incontrai il figlio del maestro Garibaldi, ufficiale dell'esercito con il quale andai a Carmo Langan [Località di
Castelvittorio (IM)] ad arruolarmi nei partigiani.
Ampelio Elio Bregliano, in
Giuseppe Mac Fiorucci,
Gruppo Sbarchi Vallecrosia < ed.
Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia - Comune di Vallecrosia (IM) - Provincia di Imperia - Associazione Culturale "Il Ponte" di Vallecrosia (IM) >, 2007
A seguito dell'occupazione nazifascista della zona, la Resistenza [a
Pigna (IM)] fu avviata da un CLN formatosi spontaneamente per iniziativa di alcuni volonterosi senza preciso riferimento a correnti politiche organizzate. Alcuni di essi entreranno a far parte della Giunta Libera di cui diremo...
Dopo l'8 settembre, giorno dell'armistizio, rimasero sul posto [
Rocchetta Nervina (IM)] pochi dei nostri militari, appartenenti alla Guardia di Finanza. I tedeschi si insediarono nell'abitato solo per due brevi periodi...
Francesco Biga e
Ferruccio Iebole (a cura di Vittorio
Detassis),
Storia della Resistenza Imperiese (I^ Zona Liguria),
Vol. V, Ed.
Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 2016Il 25 luglio del 1943 Carlo Cattaneo era un militare, giunto da due giorni in Slovenia fra le truppe italiane di occupazione. L’8 Settembre 1943 il presidio di cui faceva parte si dileguò, abbandonato da chiunque avesse avuto un grado di comando. Rientrato avventurosamente in Italia
assieme ad alcuni commilitoni, dismessa la divisa, riuscì a tornare a
casa verso la fine del mese e trovò Ventimiglia bombardata. In ottobre con i bandi di arruolamento
della R.S.I. si presentò ad Imperia per evitare l’arresto ma, rientrato a
casa, salì subito in montagna a Carmo Langan [Località nel Comune di Castelvittorio (IM)], dove il Comandante Vitò [anche Vittò/Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo,
già combattente nelle Brigate Internazionali a difesa della Repubblica
Spagnola, organizzatore di uno dei primi distaccamenti partigiani in
provincia di Imperia, poi comandante di un Distaccamento della IX^
Brigata “Felice Cascione”, dal 7 luglio 1944 comandante della V^ Brigata
“Luigi Nuvoloni”, dal 19 Dicembre 1944 comandante della II^ Divisione
“Felice Cascione”] stava costituendo le prime formazioni partigiane
dell’estremo ponente. Vittorio Detassis
Intendo qui parlare della fascia costiera dell'estrema Liguria di
ponente e delle vallate che in essa sfociano dai monti e dalle Alpi
Marittime: le valli Roia e Nervia, i torrenti di Baiardo (M) e Ceriana
(IM), la Valle Argentina.
L'andare più ad oriente sarà un compito che ai partigiani si presenterà solo tardi, quando le formazioni si accorderanno per collaborare con i patrioti della zona di Imperia.
Nelle nostre vallate vi erano molti capisaldi nazifascisti. Nella Val Roia la situazione non era brillante. Salendo il fiume da
Ventimiglia (IM) il territorio italiano si fermava dopo Piena e cominciava il territorio francese di
Breil e di Saorge, con l'importante strada che portava a Nizza. Poi tornava il territorio italiano da San Dalmazzo di Tenda - Briga - Tenda - Vievola - Morignolo e proseguiva per il Piemonte.
Sarà proprio il territorio francese che condizionerà, come vedremo, le azioni dei distaccamenti partigiani, che per andare nell'alta Val Roia saranno costretti a superare Cima Marta o il Monte Saccarello.
Le truppe naziste controllavano
Ventimiglia e tutta la bassa Valle Roia e la Valle Bevera fino al confine francese ed oltre.
La Val Nervia aveva capisaldi nazifascisti a Dolceacqua (IM) ed a
Pigna (IM) in ben munite caserme. Da tali caserme i nemici facevano puntate sui monti sovrastanti per impedire la formazione di bande partigiane.
I soldati italiani di stanza in Francia all'8 settembre 1943 dovevano rientrare via monti onde non essere presi dai tedeschi. Quelli dell'alta Italia cercavano con ogni mezzo di raggiungere le loro case, ma quelli dell'Italia meridionale non avevano questa possibilità, si fermavano presso amici, cercavano scampo dove potevano e dovevano provvedere alla fabbrica dell'appetito.
Gli ufficiali erano nelle stesse condizioni. Nel meridione non potevano andare.
Nella Val Nervia alcuni ufficiali cercarono rifugio e sicurezza a
Rocchetta Nervina (IM), dove il tenente Stefano
Carabalona ["
Leo"], residente in loco, cercava di organizzare gli sbandati e di procurare il maggior numero di armi possibili. Purtroppo i soldati buttavano i loro fucili nei luoghi i più disparati e fu un lavoro faticoso cercare di recuperarli.
A
Castelvittorio (IM) nella primavera appena iniziata del 1944 si organizzava una banda autonoma di oppositori ai tedeschi. Erano, per lo più, giovani della zona. Anche a Buggio [Frazione di Pigna (IM)] si tentò una organizzazione, poi un poco infiacchita e ripresa quando si congiunse con un'altra banda a Carmo Langan [nel comune di
Castelvittorio (IM)].
don Ermando Micheletto *,
La V^ Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di
Domino nero Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975
Don Micheletto per tutta la guerra si adoperò per i partigiani, generalmente in contatto con i gruppi di Vitò,
che accompagnò spesso nei loro spostamenti. Esplicherà la sua attività
specialmente nell'assistenza e per captare messaggi radio.
Giovanni Strato, Storia della Resistenza Imperiese (I^ zona Liguria) - Vol. I: La Resistenza nella provincia di Imperia dalle origini a metà giugno 1944, Sabatelli Editore, Savona, 1976
Intanto nel novembre 1943 fui chiamato alle armi, essendo della leva di
mare dovevo presentarmi a Vercelli il 20 novembre per essere arruolato
nella Decima Mas
e inviato in Germania per un periodo d’istruzione, così era scritto
nella cartolina precetto, non avevo ancora compiuto 19 anni, era molto
difficile prendere delle decisioni. Avevo molte amicizie fra gli
antifascisti e questi mi consigliarono di non partire e unitamente ad
altri commilitoni anche loro chiamati alle armi, decidemmo di
nasconderci sui monti che sovrastavano la nostra città [n.d.r.: Taggia (IM)]. Così abbiamo
fatto. Ci siamo rifugiati in una casetta di proprietà di uno dei
compagni di ventura. Ci portavano da mangiare i nostri parenti con grave
rischio per tutti, per cui subito dopo Natale, nel gennaio 1944, avuta
notizia che sui monti sopra Sanremo si andava costituendo le prime
formazioni partigiane, abbiamo deciso di raggiungere quelle località per
unirci a quei gruppi combattenti. Eravamo armati con armi recuperate
quando, dopo l’8 settembre, i militari avevano abbandonato le caserme,
molte delle quali dislocate proprio a Taggia zona limitrofa al confine
di stato. Abbiamo deciso di abbandonare il nostro precario rifugio e
siamo partiti per Baiardo (piccolo paese di 900 abitanti sito
nell’entroterra di Sanremo): la strada era lunga una quarantina di km,
compiendo il seguente percorso: Taggia - Badalucco - Ciabaudo - Vignai -
Baiardo, senza mai percorrere le strade carrozzabili e passando sempre
lungo i boschi limitrofi alle strade principali. Arrivati a Baiardo
avevamo già i nomi dei compagni di quella località, che ci hanno
ospitato nei loro casolari: uno fra tutti “Garibaldi” [n.d.r.: Giuseppe
Gaminera] come nome di battaglia. Lungo il percorso siamo stati aiutati e
rifocillati dai contadini di quelle borgate che dobbiamo ringraziare
per sempre. Dopo alcuni giorni i compagni di Baiardo ci hanno
accompagnato a Carmo Langan a 1727 metri di altitudine, dove era
operante una compagine di partigiani comandata da “Vittò”
(Vittorio Guglielmo), vecchio comunista reduce dalla guerra di Spagna
insieme al compagno Longo. E lì incominciai la vera vita da partigiano
assumendo il nome di battaglia “Tarzan”. Intanto continuavano ad
arrivare molti giovani e altri meno giovani, militari che l’8 settembre
avevano disertato ed erano ricercati dalle Brigate Nere. Mentre si
andavano delineando le vere formazioni partigiane.
Gio Batta Basso (Tarzan)Chiara Salvini,
Ricordi di un partigiano, Nel
delirio non ero mai sola, 29 luglio 2012